Nel calendario laico degli italiani il 23 maggio dovrebbe essere una data importante. E’ il giorno della strage di Capaci. A 25 anni esatti di distanza – era il 1992 – l’ultima replica di Novantadue. Per Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Domani, al Teatro Verdi di Pordenone.
Ho sempre pensato che delle ricorrenze bisogna diffidare. Se un evento è importante, non può esserlo solo allo scadere dei dieci, dei venti, dei trent’anni. Ma l’ultima replica di Novantadue, il testo teatrale di Claudio Fava che ricostruisce i fatti di quell’anno, è un’occasione che mi preme mettere in evidenza. Domani, 23 maggio, ultima replica al Teatro Verdi di Pordenone (ore 20.45), di una produzione Bam Teatro che non è solo teatro. Ma del teatro approfitta per raccontare, soprattutto a una generazione che 25 anni fa non c’era, ciò che significò la perdita violentissima di quelle due vite.
La legalità, l’opacità
Giovanni Falcone, investito da una carica di mille chili di tritolo, il 23 maggio 1992, assieme alla moglie e alla scorta all’imbocco della galleria palermitana di Capaci. Paolo Borsellino, ammazzato allo stesso modo, due mesi dopo, sempre a Palermo, nel centro storico in via d’Amelio. I simboli della legalità dello Stato Italiano di fronte all’opacità e alla violenza dello Stato Mafioso. Due realtà territoriali e politiche che, oramai lo sappiamo, non furono sempre contrapposte, ma segretamente intrecciarono invece la rete di connivenze e omissioni, viltà e complicità, sul cui altare venne deciso di far esplodere, con il tritolo, la battaglia che quei due giudici stavano combattendo per un Paese migliore.
In questo video, ecco come comincia Novantadue.
Ma Novantadue, non è solo storia, e non è solo documento. Per com’è stato pensato, per quanto ha girato i palcoscenici italiani in cinque anni di repliche, è anche uno spettacolo di forte impatto emotivo e dal respiro pulito. E questo si deve soprattutto al modo con cui Filippo Dini (che è Falcone), Giovanni Moschella (che è Borsellino) e Pierluigi Corallo (a cui la regia di Marcello Cotugno ha chiesto di disegnare un mondo omertoso di uomini di galera e funzionari dello Stato) si calano dentro e mostrano il carattere, fuori, dei personaggi. Il loro lavoro quotidiano, la loro solitudine. Lontano dalla retorica delle commemorazioni ufficiali, dai monumenti che sono stati loro dedicati, dalle intitolazioni che quei due cognomi hanno prodotto: piazze, scuole, strade, stadi, giardini, colonne, ambienti, alberi…
Capaci, 25 anni dopo
Dovrebbe far pensare anzi, che l’aeroporto di Palermo, si intitoli oggi a Falcone e Borsellino, perché tutto fa pensare che la stagione della mafie, in Sicilia, ma ugualmente a settentrione, non si è affatto conclusa. Come sappiamo bene e come sapevano già i due magistrati. E spettacoli come questo servono appunto a ricordarcelo. Venticinque anni dopo.
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NOVANTADUE – Falcone e Borsellino, 20 anni dopo. Di Claudio Fava. Con Filippo Dini, Giovanni Moschella e Pierluigi Corallo. Allestimento e regia di Marcello Cotugno. Luci Stefano Valentini. Suono Gianfranco Pedetti. Produzione BAM teatro in collaborazione con XXXVII Cantiere Internazionale d’Arte e Festival L’ Opera Galleggiante
info:
www.comunalegiuseppeverdi.it
www.bamteatro.com/novantadue/
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