Ha scritto il libro più importante della sua vita e lo ha pubblicato. Subito dopo, ci ha lasciati. È successo ieri notte, improvvisamente. Come se fosse da sempre stabilito che alla fine del tuo lavoro, se lo hai fatto bene, è giusto riposare.

Regista, autrice teatrale e radiofonica, scrittrice, saggista, Ida Bassignano ha attraversato con determinazione e passo sicuro il teatro italiano di tutto lo scorso cinquantennio. Non era affatto facile, negli anni ’70, nel periodo delle cantine romane, declinare al femminile la parola regista, e nemmeno la professione. Ma Bassignano aveva le idee e la tempra per farlo.
Due incontri segnano la sua carriera. Quello con Luca Ronconi, allora quarantenne, a cui fa da aiuto per Utopia, spettacolo utopico fin dal titolo, mai realizzato completamente, che lascia un segno forte a Venezia, nell’edizione 1975 delle Biennali Teatro da lui dirette. Con Ronconi, Bassignano avrà modo di lavorare anche per l’allestimento di Opera di Lucano Berio e dell’Uccellino azzurro di Maeterlinck (entrambi 1981).

L’altro incontro, che le assicura in pieno il titolo di regista, è quello con Piera Degli Esposti. Assieme, attrice e regista realizzano uno dei più memorabili ribaltamenti di letteratura in teatro. Molly cara (1979) è il lungo flusso di coscienza con cui James Joyce porta a termine il suo Ulisse. Svagata e originale, la voce di Degli Esposti lo consegna alla storia del teatro italiano recente. Così come la regia di Bassignano ne fa un punto fermo nel genere dei monologhi.

L’Utopia di Ronconi, secondo Bassignano
Il suo libro più importante – L’Utopia di Luca Ronconi, pubblicato da Ianieri Editore (2019) e solo da pochi giorni in libreria, anche online su Amazon – Bassignano l’ha realizzato con cura e tra mille ostacoli. Di quell’Utopia a Venezia, negli ex cantieri navali della Giudecca, non restano che alcune fotografia. Una ripresa filmata, l’unica, sembra addirittura essersi volatilizzata. È dunque un minuzioso lavoro di memoria quello che l’autrice fa, restituendo quasi dal vivo quel tempestoso allestimento che assume, negli annali del teatro italiano, la grandezza di un kolossal demolito dagli imprevisti.
“Una fantasmagorica sfilata di trentatré attori, sei automobili, un camion, una corriera e persino un piccolo aereo Piper, che doveva svolgersi su una strada di 60 metri per 10, con pubblico previsto su tribune laterali: era uno spettacolo in cammino” scrive Bassignano. “Lo spettacolo era costituito da cinque commedie di Aristofane e prodotto da festival internazionali. Non si parlava solo di utopie sociali e politiche, ma la rappresentazione stessa era una sorta di utopia con tutte le difficoltà logistiche e climatiche di un’estate particolarmente piovosa“.
Così è davvero divertente leggere i mille accidenti a cui, a Venezia, ma anche in altre capitali, lo spettacolo andò incontro. In quel clima di battaglia, Bassignano guidava pure un camion nella scena finale.
Ma accanto al lavoro di regia, oltre che con Ronconi e Degli Esposti, la sua carriera è stata anche quella di sceneggiatrice, autrice radiofonica e di romanzi (dal suo Piemonte, ha ricavato nel 2016 un titolo abbastanza autobiografico, Maria d’Berlòc). Aveva inoltre collaborato con il quotidiano l’Unità per una rubrica dal titolo ironicamente presago ora: “La cara estinta, ritrattini di fine secolo“.
Per rammentarne la tempra, ecco qui sotto, tratti dalla grande enciclopedia di Internet, due documenti che vi consiglio di guardare e di ascoltare.
Una ripresa di Molly cara e una intervista a Bassignano , ora conservata nelle Teche Rai (clicca qui per ascoltare).
Un pensiero affettuoso per ricordare ida bassignano che ho visto combattere negli anni per la vita e per il teatro. Avevo letto il manoscritto su utopia di ronconi con tutte le sue disavventure e sono felice che sia stato pubblicato. Avremo modo di parlarne spero anche a santacristina.
grazie per il commento.
MERAVIGLIOSO
grazie caro Roberto ❤️
grazie per il commento.