In viaggio con Luca è il docufilm di Gianfranco Capitta e Simone Marcelli che racconta il regista teatrale – scomparso cinque anni fa – attraverso i suoi luoghi. Non solo teatri, anche strade, hangar, piazze, mercati, cantieri… Sabato primo maggio 2021 (ore 22.55) la prima proiezione televisiva su Rai5.

Nelle prime immagini la videocamera si muove negli stretti vicoli di Susa, la città tunisina dove Luca Ronconi era nato, l’otto marzo di ottantasette anni fa. Nel vociare del mercato, un camaleonte sgrana gli occhi tenuto in mano da un venditore locale.
Nelle ultime, invece, la tranquillità di un cimitero di campagna (a Civitella Benazzone in Umbria) fa cornice a una piccola cappella di pietra nuda. Ronconi riposa lì, accanto alla madre Fernanda e alla sua più stretta assistente, Maria Annunziata Gioseffi detta Nunzi.

In viaggio tra le creazioni di Luca Ronconi
Tra il venire al mondo (Susa, 1933) e il lasciarlo (Milano, 2015), c’è il viaggio di una vita. E In viaggio con Luca, proprio questa vita racconta. Il docufilm ideato e realizzato da Gianfranco Capitta e Simone Marcelli, con un minuzioso lavoro di ricerca di documenti e alternato a interviste illuminanti, verrà presentato lunedì 2 marzo al Teatro Argentina di Roma (ore 20.30), uno dei tanti luoghi che hanno visto dispiegarsi in 50 anni di regia l’intelligenza audace di Luca Ronconi.

Dall’Argentina di Roma al Fabbricone di Prato. Dal lago di Zurigo al Palazzo Farnese di Caprarola. Dal Regio di Torino al teatro Studio di Milano. E ancora: i cantieri navali della Giudecca a Venezia, la Sala Presse dello stabilimento automobilistico del Lingotto, i capannoni della scuola di perfezionamento a Santa Cristina in Umbria, l’immensità del Teatro greco di Siracusa e la minuscola sala di Solomeo, voluta da Brunello Cucinelli.
Per Gianfranco Capitta, che discretamente, in punta di piedi, ci accompagna in ciascuno di questi luoghi, raccontare Ronconi è raccontare qualcosa come duecento spettacoli: una teatrografia vastissima, prosa e lirica, testi classici e lavori sperimentali, ricercati gioielli di drammaturgia e colossali spettacoli all’aperto.
Orlando furioso, 1969 Orlando furioso, 1969
Quasi fosse Virgilio, mentre cammina sopra le acque delle gaggiandre del Sansovino a Venezia, o si accomoda sul velluto rosso delle poltrone del Teatro Carignano a Torino, Capitta è voce narrante e corpo itinerante. Chiave per comprendere, o forse solo intuire, che cosa effettivamente sia stata l’ intelligenza dello spettacolo che Ronconi possedeva, e che chiunque abba lavorato con lui riconosce essere stata davvero speciale.
Le interviste
“Ci portato a dei punti che non avremmo mai immaginato di toccare” dice Massimo De Francovich. “Una capacità da rabdomante di riconoscere strutture invisibili” dice Fabrizio Gifuni. “La sensazione di aver incontrato un’intelligenza superiore” dice Pierfrancesco Favino.

Di questo saper leggere oltre la superficie traslucida dei testi, di farne scaturire scintille che li illuminano di una luce mai apparsa prima, parlano anche Umberto Orsini, Franca Nuti, Massimo Foschi, Ottavia Piccolo, Antonello Fassari, Anna Bonaiuto, Luca Zingaretti, Galatea Ranzi, Massimo Popolizio, Lucrezia Guidone e tanti altri. La grande famiglia degli interpreti che, allenata alle sue pratiche di regia, pur in diverse generazioni, rappresenta il meglio del teatro italiano oggi.
Raina Kabaivanska Pierfrancesco Favino
E poi, a dichiarare il fulgore creativo di Ronconi, anche il maestro della fotografia Vittorio Storaro, il soprano Raina Kabaivanska, il direttore della Scala di Milano Riccardo Chailly, la scenografa Margherita Palli, il press agent Enrico Lucherini, lo stilista Antonio Marras, tutti partner in un’arte che sfugge, perché è dal vivo, e che siamo incapaci di fermare, se non nel ricordo.

Tradizione è ciò che si rinnova nel tempo
“Ronconi fa parte della tradizione italiana, del teatro italiano, dell’opera italiana – spiega Riccardo Chailly. “Proprio perché ha fatto quello che ha sempre predicato. La tradizione, mi diceva sempre Luca, è qualcosa che si rinnova nel tempo. La routine invece è ciò che che si fossilizza e cristallizza la parola tradizione”.
Così, come quel camaleonte incontrato nei vicoli del souk di Susa, le macchine volanti dell’Orlando furioso, la facciata del palazzaccio di via Merulana che precipita sugli attori sfiorandoli come un alito di brezza, le locomotive in moto per Gli ultimi giorni dell’umanità. Tante sono le immagini che ci ricordano il Ronconi dei grandi spazi e delle sfide audaci.
Altrettante quelle che brillano per nitidezza. L’oscurità in cui Marisa Fabbri veste tutti i personaggi delle Baccanti di Euripide dentro le celle dell’Istituto Magnolfi di Prato. O il biancore abbacinante con cui Ronconi ha disegnato la saga dei Lehman Brothers, il suo ultimo spettacolo.

L’ultima trilogia
A proposito di quella Trilogia, che Ronconi portò in scena pochi giorni prima di morire, Paolo Pierobon rievoca: “Ricorderò sempre quegli ultimi 45 giorni di prove. La sua era una specie di riappacificazione con il mondo. Non era un tirare i remi in barca, ma era… un allerta, un dolcissimo allerta. Non poteva che darti il coraggio, l’eroismo che lui stesso mostrava ogni giorno. Un giorno ha avuto un momento si collasso, si è rialzato e… ‘dov’eravamo rimasti?‘… è andato avanti per altre due ore”.
Vedi qui sotto il trailer del docufilm di Capitta e Marcelli.
– – – – – – –
IN VIAGGIO CON LUCA
un docufilm di Gianfranco Capitta e Simone Marcelli
con la partecipazione di: Vittorio Storaro, Pierfrancesco Favino, Luca Zingaretti, Enrico Lucherini, Umberto Orsini, Fabrizio Gifuni, Ottavia Piccolo, Massimo Foschi, Anna Bonaiuto, Antonello Fassari, Paola Bacci, Franca Nuti, Paolo Pierobon, Massimo De Francovich, Massimo Popolizio, Galatea Ranzi, Francesca Ciocchetti, Lucrezia Guidone, Margherita Palli, Raina Kabaivanska, Riccardo Chailly, Brunello Cucinelli, Antonio Marras
testo e interviste Gianfranco Capitta
direttore della fotografia Fabio Ferri
musiche originali Francesco Borghi
produzione Associazione Culturale La Catrina MMXX / Catrina Producciones
regia Simone Marcelli