A Monaco, l’Oktoberfest non si farà. La notizia che cancella la famosa festa di settembre è di ieri. A Venezia, la Mostra del Cinema si farà. A settembre, come era scritto nel calendario. Lo ha confermato l’altro ieri il presidente della Biennale, Roberto Cicutto.

Chi è stato a Monaco di Baviera – tra boccali di birra e salsicce – chi è stato a Venezia al Lido – e si è pigiato attorno al red carpet per vedere da vicino le star – sa che il rischio, meglio, la certezza di assembramenti, è forte in tutti i due casi.
Di questi tempi, assembrarsi non è una pratica raccomandata. Succederà così anche in autunno.
Chiedere perché cinema sì e birra no, sa di provocazione. Ma costringe a un pensiero in più. Dentro il quale, realismo e buon senso hanno la meglio.
Cinema e birra
Anche la Mostra d’arte cinematografica è una festa. Anche i cinefili sono capaci di perdere la testa per i propri beniamini. E rischierebbero chissà che cosa per conquistarsi un saluto e vuoi mai un autografo. Però il cinema resta pur sempre un’arte a distanza. Per il tempo e lo spazio che ci separano dagli attori. Per le poche file di posti vuoti che ci distanziano dallo schermo.

La birra è un lubrificante sociale ed è un’arte di vicinanza. Bere birra da soli è triste. I boccali vanno per forza d’accordo con la bocca. E con le lunghe chiassose tavolate che sono il segno caratteristico della festa bavarese.
Contingentare gli ingressi, tenersi a distanza, sottoporsi al bavaglio delle fastidiose mascherine, dovrebbe essere più facile a Venezia, che non sul prato dell’Oktoberfest.

Devono aver pensato così nelle sale della presidenza della Biennale, a Palazzo Giustinan, e attorno al tavolo del governatore della Baviera, Markus Soeder. Consapevoli delle ricadute economiche che cancellare o confermare comporta. Quel festival cinematografico è il più longevo al mondo (77 edizioni, dal 1932). Quell’altra è la festa popolare più famosa del pianeta (450 milioni di euro di bilancio). Due ragionamenti piantati nella realtà delle situazioni, fondati sul realismo. E non, come succede in più parti da noi, sulla spinta emotiva, o per presa di posizione.
La spinta e il salto
Io aggiungo che il calendario della Biennale 2020 (una raffica di date che comprende anche Mostra di Architettura e Biennali dal vivo, ossia i tre festival di Teatro, Danza e Musica contemporanee) rappresenta una spinta all’ottimismo. Per la nostra salute e per quella delle arti.
Sarà complicato, complicatissimo conciliare lo spettacolo dal vivo con i regolamenti e le ordinanze che a settembre imbriglieranno le nostre libertà e le nostre vite. Probabilmente meno stringenti di quelli odierni. Ma sempre limitanti.
Ma il bello, il lato lucido della medaglia, secondo me è proprio qui. Nella sfida a ripensare teatro, danza, musica dal vivo in condizioni nuove, impensabili, diverse. Sarà il momento in cui – forse, ma finalmente – faranno un salto in avanti.


Le date della Biennale 2020
La 17.a Mostra di Architettura (diretta da Hashim Sarkis) si inaugurerà il 29 agosto e resterà aperta fino al 29 novembre 2020.
La 77.a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (diretta da Alberto Barbera) è in programma dal 2 al 12 settembre.
Seguiranno poi il Festival del Teatro (diretto da Antonio Latella, dal 14 al 24 settembre), il Festival di Musica Contemporanea (diretto da Ivan Fedele, dal 25 settembre al 4 ottobre) e il Festival di Danza Contemporanea (diretto da Marie Chouinard, dal 13 al 25 ottobre).
Tutte le altre informazioni sul sito ufficiale della Biennale di Venezia.