“Ho a cuore il destino dell’ambiente”. Per questo, Jérôme Bel ha rinunciato all’aereo. Per questo, ha rinunciato anche alla coreografia. O meglio, alla coreografia come di solito ci capita di immaginarla.
Danze per Laura Pante è un lavoro coreografico creato attraverso Skype e tante email. Debutta questa sera a Udine per Teatro Contatto.

Fino a oggi DAD voleva dire Didattica a Distanza. D’ora in poi ci puoi anche leggere dentro anche danza a distanza.
Tra gli infiniti disastri che l’epidemia Covid ha comportato, uomini e le donne di buona volontà sono però riusciti a scovare anche alcuni aspetti positivi. Pochi: ma ce ne sono. Nel periodo più critico, tra lockdown, cancellazioni, limitazioni, distanziamenti, il virus ci ha costretti ad aguzzare le connessioni digitali: comunicazione in remoto, videoconference, smart working. Potevano gli artisti sottrarsi alla richiesta del momento?
Jérôme Bel, coreografo francese, che alle convenzioni del vivere e del danzare è sempre stato insofferente, ha colto l’opportunità al volo. Pervenuta a lui dal CSS – teatro stabile di innovazione del FVG, l’offerta gli calzava giusta. Una programmazione Covid-free (com’è la stagione Teatro Contatto 2020/21 Blossom-Fioriture, avviata a Udine già lo scorso luglio) lo ha stimolato a concentrarsi su un progetto a cui già stava pensando.
“Circa due anni fa ho pensato di modificare i miei metodi di lavoro, per ridurre l’impatto dell’inquinamento sull’ambiente. Così mi sono deciso a non utilizzare più l’aereo, né per i miei progetti francesi, né per quelli internazionali” spiega Bel, in collegamento Skype dalla sua casa di Parigi.
“Sono stato un po’ deriso, perfino attaccato per questa scelta, che non mi ha impedito però di realizzare in remoto alcuni progetti in Sudamerica e in Asia. Il risultato è stato discreto e ho pensato perciò che fosse necessario affinare queste tecniche, visto che i dispositivi per farlo non mancano“.
Bel e io stiamo a quasi 1500 km di distanza e la connessione Skype ogni tanto congela il suo volto in qualche simpatica smorfia. Ma dal suo punto di vista non è un problema.


Jérôme Bel è uno di quelli che l’opinione degli altri se la lascia alle spalle. Emancipazione e sperimentazione sono stati per lui principi da seguire sempre. Anche a costo di sentirsi rincorso dai mugugni di sacerdoti e sacerdotesse della danza fatta-come-si-deve.
La sua Shirtology, nel 1997, aveva fatto storcere il naso a molti. Dov’era il coreografo?
Eppure Shirtology e il suo interprete, che si sfila via via di dosso, spiritoso e disinvolto, una trentina di t-shirt decorate, è ancora oggi in repertorio.
E così Disabled Theater. Creazione che, come dice il titolo, portava in scena nel 2012 una decina di performer non canonici, disabili e di una una forza espressiva emozionante. Dov’erano i danzatori? Dov’era la danza?
I lavori di Bel si sono da allora in poi affacciati sul vasto filone del teatro sociale e partecipato e, senza che venisse meno per un solo attimo la volontà autoriale, nelle nuove creazioni si sono fatte strada, piuttosto che una pratica coreografica fine a se stessa, la danza di comunità, l’elogio delle differenze (dilettanti, bambini, persone con disabilità…). “Gente in cui prevale il desiderio di danzare, il processo di emancipazione attraverso l’arte“.

“Di altre mie idee, che riguardavano la danza a distanza, erano già a conoscenza in molti” aggiunge ancora Jérôme Bel. “Desideravo scrivere partiture che fossero di per sé eloquenti e non esigessero il lavoro in presenza con gli interpreti. Quando Fabrizio Arcuri del CSS di Udine, mi ha chiesto di anticipare di un anno il mio nuovo lavoro, ho pensato che era il momento giusto“.


Con Laura Pante – danzatrice, ma anche coreografa e graphic designer – Bel ha dato avvio a un fitto epistolario via email, e poi a sessioni Skype, durante le quali, in un paio di mesi, si è andata consolidando la nuova creazione: Danze per Laura Pante (vedi qui la locandina).
L’interesse del coreografo era rivolto a una co-autrice che, nel momento in cui veniva meno il controllo del coreografo sullo spazio (piattamente restituito dal monitor del computer), “potesse sostanziare ciò che manca con l’intelligenza del proprio corpo e dello spazio locale“.
In modo che un progetto coreografico globale, spendibile in tutto il mondo, possa di volta in volta acquisire un profilo locale, grazie a un lavoro specifico, territoriale.
Il che significa tradurre glocal (globale/locale) in danza. Un’esperimento.
Così, a cominciare da stasera, al Teatro S. Giorgio di Udine, la coreografia a distanza di Jérôme Bel prende corpo.

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DANZE PER LAURA PANTE
concept Jérôme Bel
di e con Laura Pante
musiche originali Guglielmo Bottin, Beatrice Goldoni
assistente Chiara Gallerani
crediti fotografici Dido Fontana
una produzione CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, in collaborazione con Institut français Italia e Fondazione Nuovi Mecenati
Il lavoro di Jérôme Bel è sostenuto da Direction régionale des affaires culturelles d’Ile-de-France, Ministero della Cultura–Francia
30 spettatori ammessi a ciascuna replica
2-3-4-28-29-30 ottobre
14-15-26-27-28 novembre
3-4-5-6 dicembre
Udine, Teatro S. Giorgio