Fondaco dei Tedeschi. Il nome non suona familiare. Eppure a Venezia ci siete andati e chissà quante volte gli siete passati davanti, dalle parti di Rialto. Quell’edificio sta lì da novecento anni e potrebbe raccontare un sacco di storie. Qualcuno infatti ha pensato di raccoglierle.

Un’eccitante visione aerea
Ci siete passati magari tanto tempo fa, davanti al quel Fondaco , ancora quand’era il principale ufficio postale della città. Oppure solo da qualche anno e – al posto della posta 🙂 – avete trovato uno sfolgorante shopping centre.
Allora siete saliti fin sul terrazzo, sopra il quarto piano, e avete avuto la più eccitante visione aerea che si può avere di Venezia stando con i piedi per terra.
Il Canal Grande di qua, con lo sguardo a strapiombo sul ponte di Rialto, poi giù giù fin verso la cupola della Salute. Poi, rigirandovi, il Canal Grande di là, con la processione dei motoscafi che portano turisti assatanati su su, fino alla Stazione di Santa Lucia.

Se non avete ancora fatto questa esperienza, letteralmente da capogiro, dovete farla. È un edificio sorprendente, il Fondaco dei Tedeschi. E vale la pena raccontarne la storia, anzi le storie.
Però non lo faccio io, che poco mi intendo di architetture veneziane. Lo fa invece un regista di teatro, Mattia Berto.
Un fondaco nella città-teatro
“Ho accolto con piacere la chiamata del Fondaco dei Tedeschi – dice Berto – che mi ha chiesto di raccontare la storia millenaria di quest’edificio. Ho subito pensato a un racconto dove lo spettatore potesse riconoscersi, un ricordo legato a una storia familiare che, sottolinea come in un momento storico come questo, non dobbiamo perdere il rapporto con i luoghi, la nostra memoria e i nostri affetti. Spero torneremo presto ad abitare i teatri, le piazze, i musei, i negozi e auspico che la vita torni a essere quel palcoscenico incredibile di storie e bellezza”.
Per il momento, quindi, in attesa che sale, piazze, musei e negozi possano tornare a essere scena in quella città-teatro che è Venezia, Mattia Berto ha voluto raccontare queste storie in quattro episodi video che da domani, venerdì 2 aprile, saranno visibili sulla pagine Facebook e sul canale Instagram del Fondaco dei Tedeschi. Una miniserie insomma, di quelle a cui la televisione e gli streaming in rete ci hanno abituati.
Era nato nel 1228, quell’edifico, e non era punto di riferimento commerciale soltanto per i mercanti tedeschi. Così in realtà si indicavano tutti coloro che da Nord arrivavano a Venezia per comprare o vendere metalli e pietre preziose, spezie rare, seta, vetri, broccati, velluti e pizzi.
Funduq, chiamavano i mercanti arabi le loro case-magazzino e pertanto i Fondaci, o Fonteghi, divennero simbolo, ma anche realtà concrete, della fiorente imprenditoria commerciale veneziana. Che di vicende ne conta davvero tante. Proprio come fa Fondaco delle Storie, la miniserie di Berto, nata anche per ricordare i 1600 anni dalla fondazione della città, festeggiati proprio pochi giorni fa, il 25 marzo.

Lo shopping firmato Koolhaas e Fobert. E non solo
In questi giorni di zona rossa, lo shopping centre del Fondaco dei Tedeschi – affollato solitamente di turisti, specie orientali, con le loro capienti borse di acquisti – resta chiuso per evitare ogni assembramento.
Ma dopo essere stato restituito a nuova vita grazie al restauro dell’architetto olandese Rem Koolhaas e al progetto di riqualificazione interna dell’inglese Jamie Fobert, trasformato nel 2016 in lifestyle department store da DFS Group, il Fondaco non smette di onorare il proprio impegno verso arte e cultura, mission assunta fin dal primo giorno della riapertura.

Al quarto piano infatti, l’Event Pavillon ospita mostre di arte contemporanea e eventi musicali e di letteratura. Anni fa mi era capitato di ritrovarmi davanti ai mosaici sommersi dall’arte acquatica di Fabrizio Plessi.
Ma lo fa anche collaborando con alcuni protagonisti e con realtà rappresentative della vita culturale veneziana. Com’è Mattia Berto, che dopo la laurea a Ca’ Foscari ha fatto di Venezia il motore dei propri progetti: con Maurizio Scaparro alla Biennale per esempio, o mettendosi alla guida del Teatrino di Villa Groggia, significativo esempio di rigenerazione urbana (vedi qui il sito della sua compagnia, degli artisti con cui collabora, e del Teatrino, nel sestiere di Cannaregio).

La messa in rete dei quattro episodi di Fondaco delle Storie è prevista per il 2, il 16, il 30 aprile e il 14 maggio, sulle pagine Facebook e Instagram del Fondaco .