Si distenderà comodamente sopra i tre mesi dell’estate, l’edizione 2022 della Biennale delle Arti dal vivo. Nei suoi luoghi di spettacolo, Venezia alternerà dal 24 giugno al 25 settembre il Festival Internazionale di Teatro (giugno), quello di Danza (luglio) e quello di Musica (settembre).
Il programma delle tre manifestazioni è stato presentato oggi, dal presidente Roberto Cicutto e dai direttori delle sezioni: ricci/forte, Wayne McGregor, Lucia Ronchetti.

Figlio più giovane della storica Esposizione Internazionale d’Arte (che tradizionalmente occupa l’Arsenale e i padiglioni dei Giardini) e della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica (con le sue sale al Lido), il settore Arti dal Vivo della Biennale si riprende i propri spazi, i propri tempi, la propria programmazione. Dopo due anni di incertezze e restrizioni pandemiche.
Già lo scorso gennaio erano stati comunicati i nomi degli artisti a cui, nel corso delle tre manifestazioni, verranno assegnati i Leoni alla carriera. Leoni d’oro e Leoni d’argento.
Oggi, dalla location istituzionale di Palazzo Giustinian in streaming, e questa volta anche in presenza, presidente e direttori hanno scandagliato e presentato gli oltre 170 appuntamenti del programma 2002. A tanto ammontano gli spettacoli che – volendo restare sui numeri – vedranno ospiti a Venezia 600 artisti provenienti da tutte le parti del mondo.
In questo video, la presentazione ufficiale dalla Sala delle Colonne a Ca’ Giustinian:
Il Teatro
Dopo il blu dello scorso anno è rosso, anzi il tedesco Rot, il titolo scelto ora per la sezione teatro.
“Rot ha un suono duro, è un graffio, una lacerazione che racconta uno sforzo, è il rumore dei denti nello sforzo. E’ il rosso che acceca, la metamorfosi della passione, furia che avvampa, iconoclastia; è il sangue che irradia i nostri cuori o il marchio della violenza dei crimini perpetrati… ma è anche il linguaggio del perdono e delle emozioni; è il colore ancestrale dell’Eros“. Lo hanno spiegato, con metaforica volatilità, i direttori Stefano Ricci e Gianni Forte, al secondo anno del loro mandato.

Il programma (dal 24 giugno al 3 luglio)
Ricci/forte hanno annunciato che saranno in scena: Christiane Jatahy (premiata anche con il Leone d’oro 2022) con l’odissea dei migranti di The Lingering Now; Samira Elagoz (Leone d’argento) e il suo personale migrare del corpo in Seek Bromance; Big Art Group di Caden Manson e Jemma Nelson che in Broke House incrociano Cechov con l’Occupy Movement; Yana Ross e la mascolinità tossica di Brevi interviste con uomini schifosi di D. F. Wallace; il duo Natacha Belova e Tita Icobelli e la loro specialissima arte dei burattini che in Loco fa interagire corpo artificiale e corpo organico; Milo Rau, a Venezia con uno spettacolo – La reprise, che scardina la nostra percezione sul mondo della violenza – e un ciclo di film (The New Gospel, The Congo Tribunal, Orestes in Mosul: the Making of, Familie).
Ma ci saranno pure il mondo onirico di Peeping Tom con Triptych; la coppia Daria Deflorian e Antonio Tagliarini con Sovrimpressioni che tocca tangenzialmente il film di Fellini Ginger e Fred; Olmo Missaglia, vincitore del bando Biennale College Registi, che in Una foresta metaforica e reale inscrive le vite di tre millennial; Antoine Neufmars e Aine E. Nakamura, vincitori del bando performance site specific, in scena rispettivamente con Odorama e Under an Unnamed Flower; inoltre, la mise en lecture di En Abyme di Tolja Djokovic e Veronica di Giacomo Garaffoni, testi vincitori del bando per autori di Biennale College”.
La Danza
“I lavori e gli artisti di questo secondo anno non sono catalogabili – ha detto il direttore di sezione, Wayne McGregor – sfuggono alla singola definizione, in quanto trascendono il genere e il mezzo espressivo con cui lavorano. Il loro essere senza confini apre nuove strade al fare arte e offre al pubblico sfide inedite in materia di percezione e interpretazione”. Per questo il titolo scelto quest’anno è Boundary-Less.

Il programma (dal 22 al 31 luglio)
Concorrono a infatti a formare “ecosistemi artistici” le diverse discipline di cui si avvale Saburo Teshigawara (Leone d’oro) re-immaginando un’opera seminale come Petrouchka. Mentre la mercuriale danzatrice di flamenco contemporaneo Rocío Molina (Leone d’argento) mette in scena una battaglia fra il suo corpo vulcanico e cinque musicisti dal vivo. A guidare invece in un viaggio attraverso il corpo, a partire dalla gola, è Diego Tortelli (vincitore del bando per una nuova coreografia italiana) con il suo Fo:NO, un esperimento sonoro e viscerale che vede in scena un beatboxer e tre danzatori.
Riunisce sullo stesso palco sette coreografi di prima grandezza, sette diversi mondi artistici per i sette peccati capitali laGauthier Dance Company di Eric Gauthier – con Aszure Barton, Sidi Larbi Cherkaoui, Sharon Eyal, Marco Goecke, Marcos Morau, Hofesh Shechter e Sasha Waltz.
Sono confini e barriere reali quelle infrante da Marrugeku, compagnia interculturale di artisti indigeni e non, unica nel suo genere in Australia, sotto la guida della coreografa Dalisa Pigram e la regista Rachel Swain: Straight Talk è un grido di libertà per l’abolizione di tutte le forme di violenza, oppressione, confinamento.
Con potere sciamanico Rudi Cole e Júlia Robert di Humanhood fondono nel linguaggio del corpo fisica moderna e misticismo orientale offrendo in Infinite uno spettacolo che è anche meditazione. A.I.M di Kyle Abraham, voce potente di una visione politica della danza che programmaticamente si impegna a nutrire della storia e della cultura Black, sarà a Venezia con Requiem: Fire in the Air of the Earth; mentre la danza espansa di Trajal Harrell, che metabolizza Vogue dance, postmodern, butoh, ricerca e cultura pop, arriva alla Biennale con Maggie the Cat, dal testo di Tennessee Williams, per interrogarsi su potere, gender, intolleranza, inclusione.
Si spingono infine oltre i limiti dello spazio reale rendendo visibile l’invisibile Tobias Gremmler con l’installazione scenica digitale di Collisions e Blanca Li con la danza in V/R di Le bal de Paris, dove reale e virtuale si confondono.
La Musica
“Tutti artisti invitati per il Festival di Musica – sono parole di Lucia Ronchetti, direttrice di sezione – ci restituiscono in forme mutuate dalla creazione musicale pop e dalla ricerca compositiva non-accademica, la denuncia di spoliazioni, di soprusi, di negazione dei diritti, di mancato riconoscimento e rispetto dell’identità sessuale, che sono tuttora sotto i nostri occhi. Il festival di settembre tratteggia una larga prospettiva del teatro musicale contemporaneo e del ruolo delle nuove tecnologie, della multimedialità, con programmazione di realtà virtuale e realtà aumentata applicata al suono, secondo forme e generi nuovi, codificati dai compositori coinvolti nel festival”.

Il programma (dal 14 al 25 settembre)
Intitolata Out of Stage, la Biennale Musica 2022 presenterà nuovi lavori di teatro musicale sperimentale commissionati a Simon Steen-Andersen, Helena Tulve, Michel van der Aa, Paolo Buonvino e Annelies Van Parys, oltre a prime italiane di nuovi progetti di Alexander Schubert, Rino Murakami e Ondřej Adámek co-prodotti con altre istituzioni europee. Di Giorgio Battistelli, Leone d’oro alla carriera del 2022, sarà realizzata una nuova produzione di Jules Verne eseguita dai performer di Ars Ludi, Leone d’argento 2022, nella serata inaugurale del festival al Teatro la Fenice. Battistelli, autore di questa fantasia da camera in forma di spettacolo sarà impegnato anche nella inedita veste di regista.
Il programma del festival prevede inoltre alcuni classici del “teatro strumentale” di Mauricio Kagel, Georges Aperghis e lavori di compositori riconosciuti in questo ambito come Carola Bauckholt e François Sarhan.
Ci saranno le voci del compositore curdo-iraniano Mehdi Jalali, della statunitense di origine africana Yvette Janine Jackson, di Klein, performer nigeriana attiva a Londra, del compositore e producer americano di origini taiwanesi X. Lee, del compositore di musica elettronica fiorentino Daniele Carcassi e del gruppo di compositori nativi americani messo in luce dal progetto collettivo dello Shenandoah Conservatory.
Biennale College
Il programma di Biennale College – progetto della Biennale di Venezia dedicato alla formazione dei giovani – si interseca ai tre festival con un ciclo di masterclass destinato ad attori, performer, danzatori, drammaturghi, cantanti, video artisti, registi, giornalisti, scrittori, studiosi.

Per informazioni sui programmi e sulle candidature di Biennale College, si può aprire la pagina relativa a formazione artistica e stage.
Tutti i programmi
È invece la pagina ufficiale della Biennale di Venezia, quella da raggiungere per avere il quadro completo della programmazione dei tre festival, oltre che delle altre sezioni.