STORIE – Il Living Theatre e quel nudo che travolse Trieste

Una storia d’altri tempi, di tanto in tanto fa bene. Al corpo e allo spirito. Alla politica dei corpi, soprattutto.

Con questo tuffo nel passato – pubblicato qualche settimana fa sul quotidiano Il Piccolo – vi riporto al 1965, in quel luogo strano che ai tempi della Guerra Fredda era Trieste

Living Theatre

un’azione del Living Theatre

Arriva il Living Theatre

Non era arrivato ancora il Sessantotto. E ci sarebbero voluti anni perché Hair, lo scandaloso musical dell’Era dell’Acquario, giungesse in Italia. Eppure in un luogo estraneo al grande circuito degli spettacoli e poco propenso al peccatoTrieste – il nudo andò in scena. Non senza conseguenze.

È 1965, aprile. Il quotidiano locale, Il Piccolo, annuncia l’arrivo in città del Living Theatre. Scrive il giornale: “è un complesso di giovani attori che esprime le propensioni, le forme di rottura, le categorie per così dire estetiche del teatro beat“. In realtà è la punta di diamante del New Theatre, l’avanguardia teatrale americana, attiva anche sul piano politico. Quelli del Living sono antimilitaristi, anarchici, pacifisti, anticonsumisti, vegetariani, femministi. A cominciare dai due fondatori del gruppo, Judith Malina e Julian Beck.

Creazioni collettive, coinvolgimenti

Lo spettacolo che sta per andare in scena si intitola Mysteries and smaller pieces. Sono tante brevi scene ricomposte in una creazione collettiva, che prevede anche il coinvolgimento del pubblico.

L’Auditorium di via Tor Bandena, pronto ad accoglierlo, è un teatro un po’ particolare. Una sola parete e una porticina lo separano dalla questura. Non il luogo ideale, insomma, per le avanguardie artistiche che in quei formidabili anni ’60 cominciano a catturare le ribellioni di una generazione nuova. Quella però è l’unica sala che il Teatro Stabile Città di Trieste, promotore dell’evento, abbia a disposizione. 

Il Living Theatre è già celebre per le sue scelte radicali. Non c’è città in cui un loro spettacolo non susciti entusiasmo o riprovazione. Nei teatri il pubblico si azzuffa, a volte la polizia interviene a sedare gli animi.

Living Theatre

Parla Judith Malina

“Non rammento le centinaia e centinaia di repliche che io e Julian abbiamo fatto con Mysteries and smaller pieces – ricordava Judith Malina, scomparsa sette anni fa – ma la tappa di Trieste resta per me indimenticabile“.

Living Theatre – Judith Malina e Julian Beck

Succede insomma che lo spettacolo prende una piega allarmante, a dispetto dei tutori dell’ordine, convocati apposta. Riporta ancora Il Piccolo: “con tutti quei giovanotti di pelle bianca e di pelle scura che si rotolavano sul tavolaccio e tra le sedie della platea, gemendo e spasimando come buoi squartati, e con una parte degli spettatori che manifestavano più o meno cordialmente la loro insofferenza, le cose sembravano volgere al peggio”.

Living Theatre - Paradise now

Interviene il commissario di polizia, intima di sospendere la rappresentazione, poi si rimangia l’ordine, e lascia che le “piccole scene” vadano avanti. In nome dell’arte. 

Se non che “un attore della compagnia, afferrato dal raptus della mimesi realistica, in una scena figurata del resto molto bella, ha avuto l’imprudenza di dimenticarsi nello spogliatoio la tradizionale foglia di fico“. Insomma, nudo. Anche se per pochi secondi, e insieme a un’attrice.

Living Theatre

Atti osceni

Il verbale di Polizia è eloquente: “visto che si sono verificati gravi inconvenienti con vivaci contrasti tra gli spettatori, accertato e contestato il reato di cui all’art.527 del C.P. per atti osceni, commesso da uno degli attori, si decreta la sospensione dello spettacolo e si vieta ogni futura rappresentazione“. E tutti via in questura, attori e spettatori.

Il caso del Living Theatre a Trieste mobilita le cronache nazionali. Ma soprattuto fa precipitare la già pericolante struttura del Teatro Stabile Città di Trieste. “L’uomo svestito sul palcoscenico ha messo a nudo la crisi del teatro“: questo il tenore dei titoli. Interrogazioni. Dimissioni. Scioglimento del consiglio di amministrazione. Una vera debacle per l’istituzione guidata da Sergio D’Osmo, che si voleva aprire a un teatro un po’ meno convenzionale e conservatore

Living e Stabile triestino vengono alla fine assolti dalle imputazioni. Anche per la testimonianza di un pompiere in servizio sul palcoscenico, scarsamente illuminato: “nero lu, nera ela, mi no go visto niente”.

Il caso Living è chiuso. Alla storia si affaccia un soggetto nuovo di zecca, il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia.

[pubblicato su IL PICCOLO, quotidiano di Trieste, il 14 maggio 2022]

Una breve storia del Living Theatre.

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