In questi giorni seguo una attività di Residenza creativa che impegna, a Trieste, due compagnie: Kronoteatro e Maniaci d’Amore. Insieme stanno dando vita alla prima tappa di un progetto che si svilupperà nei prossimi tre anni. Il titolo è La libertà dei ciottoli. La prima uscita pubblica è prevista domani pomeriggio, 11 dicembre, nel quadrilatero del complesso edilizio popolare di Rozzol Melara, nel programma delle Residenze artistiche Vettori, del Teatro La Contrada di Trieste.

Come ciottoli
Ciottoli sono i sassi che l’azione costante dell’acqua del mare, di fiumi e di torrenti leviga e arrotonda. Siamo ciottoli anche noi? Ciottoli umani?
Consapevoli di essere individui sociali ci accorgiamo facilmente di essere costantemente modellati dal sistema di relazioni in cui ci troviamo a vivere. Ma al tempo stesso disponiamo anche di numerose possibilità di scelta personale.
Qual è la forza delle une e delle altre? Quanto gioca, in questo braccio di ferro, la forma-famiglia: il nucleo sociale più coeso nella gran parte delle società umane?
Da queste domande ha avuto inizio il nuovo progetto di Kronoteatro.
La libertà dei ciottoli è il titolo scelto dalla compagnia ligure, che prevede di impegnarsi, per i prossimi tre anni, nella creazione di tre nuove produzioni teatrali.

Partner della ricerca saranno rispettivamente l’ensemble di creazione drammaturgica Maniaci d’Amore (formata da Luciana Maniaci e Francesco D’Amore), la coreografa Francesca Foscarini, l’attrice e autrice Francesca Sarteanesi. Collaborazioni strette, ben sperimentate negli scorsi anni.
Assieme a Maniaci d’Amore, Kronoteatro a portato in scena nella precedente stagione La fabbrica degli stronzi, mentre Foscarini e Sarteanesi sono state ospiti della manifestazione che Tommaso Bianco e Alex Nesti e Maurizio Sguotti hanno inventato nel territorio che li ha visti crescere artisticamente, la città di Albenga, in provincia di Savona. Terreni creativi è il loro festival estivo e ha raggiunto, sopratutto negli anni appena passati, ampia visibilità e riconoscimenti.
Edilizia sociale
Siamo a noi a fare la corrente, ma nel frattempo la corrente ci modella. Trovo che in questa frase si riassuma bene la direzione che orienta il progetto triennale di Kronoteatro. E trovo che il luogo scelto per la prima uscita pubblica del progetto, abbia altrettanto valore.
Il complesso edilizio di Rozzol Melara, a metà strada tra il centro di Trieste, città affacciata sul mare, e l’altipiano carsico, suo naturale retroterra, ha un forte valore simbolico.

È il risultato di un pensiero urbanistico che ha attraversato l’Italia negli anni Sessanta e Settanta, ispirato anche da Le Corbusier, e ha promosso l’edificazione di impressionati cattedrali laiche. Compressione sociale e ecumenismo edilizio
Questa di Rozzol Melara di Trieste, ma anche le Vele di Scampia, lo Zen di Palermo, il Corviale a Roma, il “biscione” di Genova e altre meno note. Paradigmi di residenza popolare e ultrapopolare, che hanno inciso, oltre che il tempo dell’architettura, anche la vita delle persone, decine di migliaia, che le hanno abitate e continuano ad abitarle.
Edilizia di massa pensata per moduli innovativi durante gli anni della grande mobilità Sud-Nord, ma già indirizzata, vista l’insana densità abitativa, a un destino di ghetto sociale, al progressivo degrado strutturale, a volte anche alla demolizione.

Béton Brut. Cemento a vista
È dentro Rozzol Melara, eretta nel tipico stile brutalista di quei decenni, tra l’affaccio dei suoi 650 appartamenti, dai sette ai quindici piani, lungo le lunghe piste di collegamento tra le ali, negli slarghi decorati dalle sequenze dei colorati graffiti dei writer, che Kronoteatro e Maniaci d’Amore provano, domani pomeriggio, a collocare la loro riflessione teatrale.

Linguaggio quanto mai lontano, e forse per questo sorprendentemente vicino, a quanti in vivono in quel quadrilatero. A volte definito Alcatraz, a volte astronave. Solo quattro chilometri la separano dal centro di Trieste, ma la distanza in termini di conoscenza e frequentazione reciproca è molto più ampia. Stellare.
Con questa Residenza, il progetto Vettori del Teatro stabile di Trieste La Contrada, prosegue un percorso, avviato già nel il precedente progetto Ufo, che nel segno dell’esplorazione del rapporto tra nuovi linguaggi teatrali e urbanistica, ha conosciuto momenti di grande interesse.
Negli anni scorsi, le restituzioni pubbliche di Ufo e di Vettori hanno trovato spazio nel grande Gasometro dismesso, sulla facciata razionalista e nelle retrovie della Nuova Università, nel comprensorio dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni, negli edifici della Scuola Internazionale di Studi Avanzati e nel parco di Miramare.
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LA LIBERTÀ DEI CIOTTOLI
prima restituzione pubblica
Kronoteatro (Tommaso Bianco, Alex Nesti, Maurizio Sguotti) + Maniaci d’Amore (Luciana Maniaci e Francesco D’Amore)
Residenze Artistiche Vettori – La Contrada
Snodo del quadrilatero di Rozzol Melara, 11 dicembre 2022, ore 18.00
La cultura deve penetrare in tutti i luoghi, usando strumenti convincenti e non banali. Il teatro punta dritto ai sentimenti e muove ciottoli e macigni, purché lo si lasci agire. Proporre opportunità alternative aiuta a sbloccare la creatività e costruire percorsi
Grazie per il commento e un invito a seguirci questo pomeriggio.