Mittelyoung e In-Box 2023. Reportage da uno spicchio di teatro

Del grande mappamondo dello spettacolo dal vivo, il teatro di cui parlo in questo post è solo un piccolo spicchio. Conta poco, si muove di lato, genera scarsa ricaduta economica. Ignorato dai festival internazionali, non si affaccia quasi mai nelle sale importanti delle capitali. È lavoro di margine.

In_Box 2023 - Topi - Usine Baug
In_Box 2023 – Usine Baug – Topi

Ma è sui margini che si manifestano i movimenti. Il margine mostra la crescita, la direzione del flusso, la spinta innovativa. Succede in natura. Succede anche nelle arti.

È difficile mettere a fuoco ciò che succede a margine: un movimento continuo, un equilibrio sempre compromesso. Piuttosto: osservando i margini, si intuisce, si avverte, si fiutano le cose.

Cividale del Friuli e Siena

In questo spicchio del teatro, Mittelyoung (a Cividale del Friuli) e In-Box dal vivo (a Siena) vanno ogni anno a cercare il futuro prossimo, quello non maggioritario, non istituzionale. Quello indipendente.

Ne ho parlato su QuanteScene! in un post dello scorso anno. Riprendo il filo ora, con un reportage dalle edizioni 2023, appena concluse.

Mittelyoung è nato tre anni fa, come spin-off della nuova architettura di programma data a Mittelfest da Giacomo Pedini. I suoi tre giorni anticipano il festival principale, che si svolgerà nella seconda metà luglio e che conta finora 32 edizioni.

In-Box, coordinato dai toscani Straligut Teatro, in partnership con il circuito teatrale Fondazione Toscana Spettacolo e Comune di Siena, e altre realtà locali, è giunto quest’anno all’ottava edizione. 

Mittelyoung 2023 - CM_30 - Kolja Huneck  - ph Luca A. d'Agostino
Mittelyoung 2023 – CM_30 – Kolja Huneck – ph Luca A. d’Agostino

Gli under 30 europei. Il mercato italiano

Nel caso di Mittelyoung, un osservatorio internazionale di coetanei under 30 ha scelto 3 best experience, tra quelle pervenute attraverso la call lanciata in tutta Europa (169 quest’anno le candidature da 22 Paesi). In pratica, si tratta di fiutare ciò che fanno alcuni tra i più talentuosi ventenni del continente.

Nel caso di In-Box una rete di programmatori, in rappresentanza di 90 sale, festival, circuiti della penisola, ha acquistato, al costo del cachet fissato in precedenza, una replica dello spettacolo (tra i quasi 500 in lizza quest’anno, sia nel settore adulto sia in quello per l’infanzia e le famiglie). Hanno scelto i prodotti più affini al proprio pubblico, alla natura della propria sala. Più che esplorare, In-Box punta dunque a sostenere la distribuzione di opere, gli artisti e le compagnie italiani che non hanno ancora una soddisfacente circuitazione.

Per entrambi, la formula resta quella del festival-concorso: la sfida a salire sul podio del più votato, del più apprezzato, quello con più like: mi piace leggere innovazione e mercato come esempi di gamification della creazione teatrale.

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Mittelyoung 2003 – Carla Vukmirovic – Piango in lingua originale – ph Luca d’Agostino

Segnali da Mittelyoung

Mittelyoung raccoglie nuovi allestimenti di musica, danza, teatro, circo, e tra le 9 proposte arrivate in finale a maggio 2023 a prevalere sono state tre compagnie caratterizzate da pluralità delle provenienze e da un disinibito rapporto con le tecnologie di condivisione. 

Lavish Trio vanta una stratosferica pianista coreana, che improvvisa affiancata dal violino di un’italiana e dal violoncello di una tedesca. Il bello della proposta, intitolata What if… è anche nell’interazione ludica con il pubblico. Attraverso i propri smartphone gli spettatori fanno apparire sullo schermo alle spalle delle musiciste le parole e temi sui quali improvvisare. Ne scaturisce un tag cloud, che a Cividale ha messo in evidenza, inevitabilmente, death e love. È contemporanea musica da camera, però si espande ai confini del mondo. 

Ciò che succede anche alla danza del Collectief MAMM, olandesi per formazione e molto intrigati dal rapporto tra individuo e gruppo, fiducia e diffidenza, attrazioni e respingimenti. Gli estremi, anche politici, che formano il tessuto del loro Something Else. 

A un apparato luministico d’effetto si affida Kolja Huneck, pendolare tra Rotterdam e Monaco di Baviera, un performer che ha affinato i propri talenti nel reparto circense della giocoleria. In CM_30 (suppongo si riferisca al diametro dei dischi riflettenti con cui si cimenta) crea un ambiente immersivo. Dentro questa sua tenda o capanna, lancia, riprende e rilancia questi dischi cangianti, dai quali scaturisce tutto intorno un paesaggio di luci e ombre. Ai cui il pubblico collabora muovendo a piacimento le fonti luminose: proiettori portatili capaci di milioni di colori.

È un esempio di quanto il gioco resti prioritario, anche per chi si è oramai avventurato nel terzo decennio della propria vita: una generazione di artisti ludens.

In-Box dal vivo. A contare è il fiuto

Molto teatro, all’opposto, nell’aria che soffiava a In-Box. Usine Baug è la compagnia milanese che ha “vinto” 10 delle 117 repliche in palio con Topi. Rievocazione del G8 che nel luglio 2001 fece di Genova la capitale della repressione. Eventi però raccontati nei modi di un emotivo teatro di narrazione, un po’ attardato, dopo che i fatti di Genova hanno già prodotto parecchio teatro.

Meglio, con 17 repliche, si è collocato Quasi una serata (allestito da Il Giardino delle ore e Mumble Teatro), esempio di un teatro a episodi, oramai poco frequentato, almeno da noi. Tra i brevi atti unici della serata (scritti da Ethan, uno dei fratelli Coen, i due di Fargo, del Grande Lebowski), spicca forse il primo (Aspettando), con la sua vaga atmosfera buzzatiana, di un aldilà che moltiplica e amplifica la burocrazia dell’aldiqua. Potremmo dire che il meglio, i fratelli Coen lo hanno già dato al cinema. Ma il loro è un nome che sta simpatico al mercato.

In-Box 2023 - Quasi una serata- ph Federico Galimberti
In-Box 2023 – Quasi una serata- ph Federico Galimberti

A conquistare però l’attenzione di tutti, a guadagnarsi 19 repliche, vincitore quindi di In-Box 2023, è stato infine Sid – Fin qui tutto bene, produzione di Cubo Teatro.
È in casi come questo che il fiuto di cui si diceva torna a far valere la sua importanza. Una storia come tante, di individuale ribellione, bullismo, consumismo, processi di inclusione inter-etnica, ha trovato nella pelle scura e nella tuta griffata bianca di Alberto Boubakar Malanchino (lui, che è un po’ Cernusco sul Naviglio, un po’ Burkina Faso) il personaggio e l’interprete non solo giusto: perfetto. 

In-Box 2023 - CuboTeatro - Sid - Alberto Boubacar Malanchino
In-Box 2023 – CuboTeatro – Sid – Alberto Boubakar Malanchino

Cinema e serie tv lo hanno già fiutato, da Easy Living (2019) a Doc-Nelle tue mani. Non si capisce che cosa aspetti la scena dal vivo a accoglierlo (lui, che si è diplomato alla Paolo Grassi) tra i suoi nuovi campioni.

Allora: ci risentiamo tra un anno per capire quanto gli sono valsi il sostegno, le repliche, la visibilità che In-Box ha dato al suo monologo, scritto e diretto da Girolamo Lucania, suonato dal vivo da Ivan Bert e Max Magaldi. E intanto gli diciamo: grande tenuta di scena, complimenti.

[una nuova versione di questo articolo apparirà sul numero 3/2023 del trimestrale Hystrio]

Cartoline da Siena. In-Box 2022, il turismo e i pronostici di stagione

Famosa per il Palio che si corre a luglio e agosto, la città toscana parla anche al mondo del teatro. A maggio, gli spettacoli di In-Box 2022 lo hanno già movimentato. Seguono considerazioni.

In-Box dal vivo 2022

A Siena, a In-Box dal vivo, ci torno sempre volentieri. È un bel punto di osservazione su ciò che si sta muovendo nel teatro italiano. Piccole produzioni, compagnie indipendenti, ricerca di strade nuove.

Tra il Teatro dei Rozzi (in pieno centro) e quello dei Rinnovati (che addirittura si apre su piazza del Campo) in soli tre giorni si pronosticano quali saranno i titoli che potranno rimbalzare nelle piccole e medie sale italiane nella stagione prossima.

Alla tre giorni di Siena sono arrivato dopo altrettante giornate di MittelYoung a Cividale del Friuli (vedi qui il post). Le due manifestazioni – quasi anomali festival posizionati a maggio – anticipano la Grande Estate Italiana del Teatro che comincia adesso, in giugno. E per oltre tre mesi mobiliterà nord e sud della penisola, città e paesi, monti, colline e località di mare.

Turismo e festival sono un binomio consolidato e non c’è sorpresa nel constatare che le manifestazioni dal vivo, soprattutto quelle più strutturate, sono un richiamo forte. Magneti e volani che movimentano la grande filiera turistica, la più importante fonte di Pil italiano. Leggete la “guida nomade agli eventi culturali” firmata da Giulia Alonzo e Oliviero Ponte di Pino (In giro per festival, edito da Altraeconomia) e capirete perché.

Ristorazione, alloggi, comparto espositivo e museale, shopping e industria del souvenir, ne beneficiano enormemente. Nel mio piccolo, per esempio, un vassoio di ricciarelli alla mandorla, e qualche bell’esemplare di panforte e di panpepato, trovano ogni volta che vado a Siena, la strada di casa mia.

Ricciarelli di Siena
Ricciarelli di Siena

Vince chi porta a casa più repliche

Ma restiamo su In-Box 2022 e sulla sua formula particolare. Coordinata da Straligut Teatro, ben supportata da Comune di Siena, Fondazione Toscana Spettacolo e altri partner istituzionali, la manifestazione è l’esito annuale del lavoro condiviso da una ottantina di teatri sparsi in tutta la penisola. In altre parole, una “rete di sostegno del teatro emergente italiano” che da parecchi anni sceglie la città toscana per le giornate finali.

Una selezione tra le proposte pervenute nei mesi precedenti (quest’anno sono state 150), individua sei titoli finalisti, presentati poi dal vivo nella tre giorni di maggio.

Ognuno degli ottanta teatri sceglie a questo punto quello più adatto alla propria sala e acquista a cachet una replica. Vince chi porta a casa più repliche. Al concorso principale si affianca in parallelo In-Box verde che si rivolge a spettacoli per l’infanzia e l’adolescenza.

Questa splendida non belligeranza - In-Box 2002
Simona Oppedisano e Giordano Domenico Agrusta in Questa splendida non belligeranza – spettacolo vincitore

Precisa nelle intenzioni, che considerano fattori di pubblico e di mercato e sostengono gli artisti riconoscendo loro dignità economica e lavoro, In-Box dal vivo risente ovviamente della qualità delle proposte che candidano alla selezione. Una volatilità qualitativa che ogni anno incide sulla scelta dei finalisti e sul tono della manifestazione.

In-Box e questo 2022

Un giudizio sintetico: assai meno bene, questo 2022, rispetto ai risultati degli anni passati. Meno proposte che stimolino, meno artisti da scoprire, meno teatro emergente – per dirla con le stesse parole di In-Box.

Una medietà, anche ideativa, che dimostra quanto due anni di fermo sanitario abbiano influito, oltre che sulla distribuzione, anche sulla creatività delle compagnie indipendenti.

Rimini - Gruppo RNM - In-Box 2022
Rimini – Gruppo RNM

Tanto è vero che un allestimento solo si è portato via la maggior parte delle repliche in palio. A conquistare una trentina di palcoscenici è stato un bell’esemplare di scrittura: Questa splendida non belligeranza

Marco Ceccotti, regista e autore, la traduce in scena ricostruendo con i suoi attori l’ordinaria banalità di un tinello domestico, divano e tavolo da pranzo. Il testo è una parodia di tutte quelle drammaturgie imperniate su famiglie disfunzionali e mostruose, e si risolve in commedia arguta, surreale quel tanto che basta, sorniona, papabile.

Questa splendida non belligeranza ha staccato di molte lunghezze i concorrenti. Forse perché un teatro di soli contenuti, come quello degli altri titoli in gara, è l’esatto opposto di quel Nuovo che proprio da In-Box dovrebbe emergere.

Ineccepibile, ma tutto d’anniversario, è L’ultima estate (KNK Teatro) che a trent’anni di distanza esatti, fotografava gli ultimi giorni palermitani di Falcone e Borsellino. Giornalistica, ma superficiale, era l’indagine dei milanesi Guinea Pigs Teatro sulle Nuove Povertà, trattate alla pari in uno show televisivo di fascia domenicale. E la scelta musicaleggiante, utile semmai alla promozione turistica, non ha certo aiutato Rimini del Gruppo RNM di Bologna.

L'ultima estate - KNK teatro - In-Box 2022
Simone Luglio e Giovanni Santangelo in L’ultima estate – KNK teatro

Percepire, accogliere

Nemmeno il nome di spicco, quello di Jon Fosse, autore di Inverno (allestito da PianoInBilico con la regia Michele Di Mauro), è riuscito a convincere la rete dei compratori. A parere dei quali, le atmosfere gelide, nordiche, cimiteriali del drammaturgo norvegese, poco si addicono al pubblico di una piccola sala di provincia. Che il più delle volte ambisce all’intrattenimento.

Ma è anche grazie a queste constatazioni che i momenti di messa a punto tornano utili. Momenti come quello di In-Box dal vivo, il suo lavoro sui contrasti e sulle tensioni – ricerca e mercato, artisti e pubblico, qualità e intrattenimento – riescono a registrare movimenti, sommovimenti, percorsi, indirizzi. Che la programmazione mainstream, ufficiale, garantita Fus, metropolitana, non è quasi mai in grado di percepire. E tanto meno di accogliere.

Pasquale di Filippo e Silvia Giulia Mendola in Inverno di Jon Fosse

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IN-BOX 2002 dal vivo
un progetto di sostegno del teatro emergente italiano
di Straligut Teatro
con il sostegno di Comune di Siena, Regione Toscana, Ministero della Cultura, Fondazione Toscana Spettacolo, Università di Siena, UniCoopFirenze
Siena 19-21 maggio 2022

In-Box 2021. Generazione e rigenerazione

In-Box è un termometro. Misura la temperatura del giovane teatro italiano. Quello vivace. Indipendente. Quello che non sta là a calcolare con gli algoritmi. Un teatro semplicemente libero. Che molti chiamano emergente. Che io chiamerei rinnovamento. O rigenerazione.

In-Box 2021 - La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza- Les-Moustaches (ph. Simona-Albani)
La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza- Les Moustaches (ph. Simona-Albani)

Se poi In-Box è dal vivo – come succede da qualche anno a Siena, complici Straligut Teatro e Fondazione Toscana Spettacolo – tanto di guadagnato. 

Passati attraverso le selezioni di In-Box dal vivo, in questi anni visto emergere a Siena e poi affermarsi Caroline Baglioni e Silvia Gribaudi, Oyes e Controcanto, Paolo Paolocà e Fabiana Iacozzilli. Sono passati tutti sul palcoscenico del teatro dei Rozzi, o quello dei Rinnovati, o al teatro del Costone, e sono i nomi che formano oggi l’area più agile e movimentata del teatro italiano, i nomi che lasceranno un segno negli anni Venti. 

Per questo In-Box è un luogo di articolazione, un osservatorio unico. Un contest speciale.

La Foresta, I Pesci / Ortika (Napoli-Torino)
La Foresta, I Pesci / Ortika (Napoli-Torino)

Come funziona

Selezionate da una giuria di una settantina di operatori teatrali, che programmano festival, sale teatrali, circuiti, manifestazioni in tutta Italia, alcune centinaia di candidature (quest’anno erano 564) si assottigliano fino a ridursi a una manciata di finalisti. A cui si aggiungono i finalisti di In_Box Verde (la sezione riservata al pubblico infantile e adolescente).

A selezionarli è gente esperta. Io di loro mi fido. Colleghi che si conoscono e soprattutto conoscono le proprie platee. Ne intuiscono i gusti e le inclinazioni. Sanno quale titolo potrà piacere alle a un certo tipo di pubblico e quale no. Riuniti in una assemblea finale, acquistano le repliche di ciascun spettacolo e le programmano nella stagione prossima. Tra i finalisti vince il più acquistato. Vince per modo di dire dire, il punto è che lavorerà. Di questi tempi, meno male.

L’edizione di quest’anno

Sei erano i finalisti di questa In-Box dal vivo 2021. Buona annata direi.

Tra questi sei, le differenze si sono notate. Con una divisione netta tra creazioni che consapevolmente si appoggiano al passato prossimo del teatro nazionale (uso di lingue regionali, drammaturgie di ispirazione civile, linearità della narrazione) e quelle che guardano invece a un prossimo futuro, a una scena che accolga nuove architetture di racconto, manipolazione di contenuti, tecnologie audiovideo, e pure l’interazione con il pubblico.

Di questo secondo indirizzo fa certo parte il più ardito tra i titoli finalisti, Arturo, in cui Niccolò Matcovich e Laura Nardinocchi, in modalità fortemente emozionale, raccontano il rapporto che ciascuno di loro due (o meglio, ciascuno di noi) ha stabilito o stabilirà con il padre, inevitabilmente destinato a morire, e a lasciare sedimentati dentro i ricordi. 

Arturo, di e con Niccolo Matcovich e Laura Nardinocchi (Roma)
Arturo, di e con Niccolo Matcovich e Laura Nardinocchi (Roma)

Creazione ardita, ho detto prima, forse troppo per le platee più tradizionali, Arturo è stato facilmente sopravanzato da Apocalisse tascabile di Niccolò Fettarappa Sandri e Lorenzo Guerrieri. Con le lusinghe più facili di un cabaret esistenziale, i due riescono a trattare il trash consumistico e le derive linguistiche della generazione Erasmus, infilzandone gli snodi. Ciò che avevano fatto 15 anni fa quelli di Babilonia Teatro. Il registro però è aggiornato con sapienza e lo premiano i compratori, assicurandogli un cospicuo numero di repliche.

In-Box 2021 - Apocalisse Tascabile, Fettarappa-Guerrieri (Roma)
Apocalisse Tascabile, Fettarappa-Guerrieri (Roma)

Questi, per me, erano i più interessanti. Seguono, gli altri. Tra il napoletano verace di Il colloquio (tre donne in attesa davanti al portone del carcere di Poggioreale) e il finto-contadino di La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza (poetico ragazzo sovrappeso sogna una carriera di danzatore), in territorio neutro si è posta la scrittura esperta di Blue Thunder. Il testo è dell’irlandese Padraic Walsh, ben condotto, quindi, ma come al solito inquadrato dentro i conflitti di una famiglia disfunzionale. L’efficace prova attorale era di Marco Cavalcoli, Mauro Lamanna, (anche regista) e della nuova star delle serie tv Gianmarco Saurino.

Un po’ meno mi ha convito La Foresta del duo I Pesci – Ortika, che sembra inseguire un sogno generazionale, sul filo dello sballo ma finisce – è una valutazione mia molto personale – solo col girarci attorno.

In-Box 2021 - Blue Thunder, Divina Mania (Roma)
Blue Thunder, Divina Mania (Roma)

Ma avessi un teatro a disposizione, li programmerei quasi tutti, perché ciascuno, dentro la propria fabbrica creativa, sembra cogliere una necessità, il filo di un interesse del pubblico, o piuttosto dei pubblici. Che per fortuna sono tanti e rappresentano la varietà di gusti e di culture del teatro italiano meno ingessato e istituzionale. Quello che piace a me.

Peccato solo che un teatro a disposizione io non ce l’abbia. Ancora. 😉

Tra la guerra e la pace con il virus, il tempo sospeso di chi disegna teatro

Ho ripreso a viaggiare. Vorrà dire che siamo in tempo di pace. O almeno, che c’è un armistizio. Tra tamponi e vaccinazioni, la guerra quotidiana al virus si è fatta meno guerreggiata, e quasi tutti riprendiamo a fare ciò che facevamo. Più o meno. Io viaggio di nuovo, ma non mi dimentico della guerra.

disegni di François Olislaeger

Guerra e pace

Nel segno del combattimento anzi, ho ricominciato anche a vedere spettacoli. E gli spettacoli a vedere me.

Dopo mesi che non entravo in un teatro, una sala mi ha accolto con una bella storia di Guerra e Pace. Che non è solo il titolo che ha riaperto le porte del Teatro Morlacchi a Perugia, ma è anche il senso della vicenda che ha portato il Teatro stabile dell’Umbria a mettere finalmente e avventurosamente in scena (e non solo in scena) uno spettacolo programmato dalla scorsa estate.

Una produzione che tra decreti e ordinanze, guerre di politici e virologi, paci interrotte, poteva anche non arrivare mai al debutto. Ci è arrivata infine, allargandosi su più fronti, come succede nel tempo delle guerre, escogitando soluzioni di fortuna, scavalcando il limite della ribalta, invadendo la platea svuotata, esondando negli spazi cittadini con episodi site-specific intitolati Vorrei scrivere con tratti di fuoco.

Un fiume di parole di adattamento dai due primi libri del romanzo di Lev Tolstoj, firmate Letizia Russo che ha combattuto pure lei con le milleduecento pagine dell’affresco storico. Centosessantotto proiettori tra convenzionali a incandescenza e motorizzati led e duecentottantanove memorie luci. Quattrordici attori che danno vita a decine e decine di personaggi, spostandosi tra palcoscenico e platea per le cinque ore di durata dei due episodi, congegnati dal regista Andrea Baracco e dalla scenografa e costumista Marta Crisolini Malatesta. Instancabili tutti, anche nel avanzare e nel retrocedere del lavoro, dei permessi, dei protocolli sanitari, delle date che slittano, dell’incertezza sull’esito.

Mosca, Pietroburgo, Austerliz. Le feste e i campi di battaglia, le carrozze, i duelli, la massoneria e l’esercito, il desiderio e i funerali, gli esterni gelidi e il calore delle case. Napoleone. E come vuole il regista Baracco, anche “i suoni delle forchette e dei coltelli, i tintinnio dei bicchieri, il passo discreto dei camerieri, il nome delle porte e dei vini. Mai forse, qualcuno ha rappresentato con più grazia e potenza insieme, l’inconsistente”.

disegno di François Olislaeger

Disegno come teatro di guerra

Di tutto questo combattere, di questo stop and go durato mesi e mesi, resta un traccia che come tutte le tracce è rivelatrice. E dimostra che il teatro non è solo ciò che banalmente chiamiamo teatro.

Teatro, per esempio, sono anche le tavole a fumetti. Quelle in bianco e nero che il disegnatore e fumettista franco-belga François Olislaeger ha realizzato nel tempo sospeso di quei mesi in cui, nella sala storica del Morlacchi, Guerra e Pace è cresciuto senza spettatori. Se non Olislaeger, che dal suo palchetto a strapiombo sulla platea ha osservato e disegnato, partecipe a pieno titolo della creazione. Artefice pure lui, come le attrici e gli attori, come i tecnici e le maestranze, come lo stesso regista.

Si disegna meglio in teatro, c’è un’energia, l’energia umana che corre e si diffonde. L’intera sala ne è colma” scrive Olislaeger in cima a uno dei suoi disegni. Raccolti in un fascicolo che in questo momento sto sfogliando e che si intitola Diario di uno spettatore clandestino.

disegno di François Olislaeger

Si disegna bene a teatro. È una cosa che il mio amico Renzo Francabandera sa benissimo, perché anche lui fa così. Disegna durante gli spettacoli: puntando gli occhi sulla performance, per puntarli un attimo dopo sui suoi fogli e sui suoi pastelli a cera. Fa teatro anche Renzo. E le sue tavole sono anche teatro.

Renzo Francabandera disegna a teatro
Renzo Francabandera disegna a teatro

In-box, nel tempo ritrovato tempo della pace

Chissà se in questo ritrovato tempo di pace, o di armistizio soltanto, ritroverò anche lui, che torna a disegnare durante gli spettacoli. Chissà se ci sarà pure Renzo in quest ‘altra storica sala italiana, quella dei Teatro dei Rozzi di Siena. Dove un treno mi sta portando ora.

Ritorno insomma anch’io alle mie abitudini. E l’edizione 2021 di In-Box non me la perdo, dopo che quella online dello scorso anno mi era andata buca. Di questa manifestazione ho parlato altre volte su QuanteScene!

Se mi seguite, saprete che si tratta di un punto di osservazione proprio interessante su ciò che si muove nel più fervido teatro italiano, perché seleziona e mette a concorso (forse sarebbe meglio dire che mette in palio) ciò che gli spettatori vedranno nelle stagioni prossime. Qui, in un post del 2017, vi spiego come funziona. E qui sul sito della manifestazione potete vedere quali sono gli spettacoli e gli eventi previsti in queste giornate, da oggi mercoledì 10, fino al 16 giugno a Siena. Città nella quale è promosso da Straligut Teatro insieme a Mibact, Regione Toscana, Comune di Siena e Fondazione Toscana Spettacolo.

Di ciò che succederà in questi giorni, parlerò in uno dei prossimi post. Mentre il treno è quasi arrivato alla stazione di Firenze, da dove riparto subito per Siena. Anche perché oramai siamo in tempo di pace.

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GUERRA E PACE
riscrittura Letizia Russo
regia Andrea Baracco

con Giordano Agrusta, Caroline Baglioni, Carolina Balucani, Dario Cantarelli, Stefano Fresi, Ilaria Genatiempo, Lucia Lavia, Emiliano Masala, Laurence Mazzoni, Woody Neri, Alessandro Pezzali, Emilia Scarpati Fanetti, Aleph Viola, Oskar Winiarski

scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Simone De Angelis
musiche originali Giacomo Vezzani
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli

disegni di François Olislaeger

Sai che c’è? C’è In-Box 2020 dal vivo. Anzi, no. È da camera.

Era un’abitudine la nostra. Quasi una malattia. A maggio, ogni anno, si partiva per Siena. Là ci aspettavano le giornate finali di In-Box dal vivo, il contest teatrale che – grazie a una rete formata da una cinquantina di sale, spazi e festival diffusi in tutta Italia – sosteneva la giovane generazione del teatro italiano.

In-Box 2020 - La copertina

Originali e interessanti le regole del gioco. Le ho raccontate in alcuni post precedenti e potete tranquillamente dare un’occhiata all’edizione del 2019 o a quella del 2018.

Inutile dire che questa volta, nell’anno della pestilenza, a Siena non ci siamo andati. Nessuno. Anche se In-Box 2020 dal vivo non ha rinunciato affatto a sostenere coloro che fanno spettacolo. I più giovani. E ha lanciato l’edizione specialissima. Quella da camera, quella dell’emergenza. Vedi il sito.

“Edizione straordinaria….!”

Pochi minuti fa in diretta Facebook, Fabrizio Trisciani e Francesco Perrone di Straligut Teatro – la compagnia che nel 2009 ha dato il via all’iniziativa e dal 2016 l’ha portata poi a Siena, dentro lo storico Teatro dei Rozzi – hanno dato il via a In-Box 2020. Edizione straordinaria.

Ultimi giorni umanità - Ronconi

Più di 450 candidature, arrivate attraverso video e progetti. 50 i finalisti selezionati per In-Box 2020 (sezione ufficiale) e 37 i finalisti di In-Box verde (sezione riservata al teatro per ragazzi e adolescenti).

Grazie ai link, che vi posto qui sotto, potrete vedere la diretta della proclamazione dei vincitori, avvenuta sabato 23 maggio, e le clip che presentano i finalisti per ciascuna sezione.
In palio, non sotto forma di premio, ma come “lavoro che premia il lavoro”, c’erano le 87 repliche nelle sale dei partner che aderiscono alla rete.

Ma se volete conoscerli al volo…

Ora, se proprio proprio non avete tempo, ma volete conoscere al volo i finalisti e repliche che hanno ottenuto, eccovi serviti:

In-Box 2020

Stay Hungry - Daf - In-Box 2020
Stay Hungry. Indagine di un affamato. Angelo Campolo – DAF- Teatro dell’Esatta Fantasia

Stay Hungry. Indagine di un affamato di DAF Teatro dell’Esatta Fantasia che si è aggiudicato 21 repliche.

Futuro anteriore di Ferrara Off che si è aggiudicato 8 repliche.

Tropicana di FrigoProduzioni che si è aggiudicato 7 repliche.

e inoltre:

Libya. Back Home della Ballata dei Lenna (5 repliche)

Non plus ultras della Coop. Argot (5 repliche)

Polvere di Compagnia teatrale Cesare Giulio Viola (4 repliche).

Qui sotto potete vedere una breve antologia delle 6 produzioni finaliste.

In-Box Verde 2020

Che forma hanno le nuvole - Elea Teatri - In-Box 2020
Che forma hanno le nuvole – Elea Teatri

Che forma hanno le nuvole di Elea Teatri che si sono aggiudicati 12 repliche.

Opera Minima di Can bagnato che si sono aggiudicati 11 repliche.

Volumi di QB Quanto Basta che si sono aggiudicati 6 repliche.

e inoltre

La fabbrica dei baci di Intrecciteatrali (4 repliche)

Paolo dei Lupi di Bradamante Teatro (3 repliche)

Dislessi-che? dell’Orto degli Ananassi (1 replica)

Qui sotto potete vedere una breve antologia delle 6 produzioni finaliste.

In-Box 2020 è un’iniziativa di Straligut Teatro, sostenuta dal Comune di Siena, dalla Regione Toscana, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo e dalla Fondazione Toscana Spettacolo ONLUS.

Tutti pazzi per Siena e Castrovillari, nel 2019. Due dritte per il fine settimana

A In-Box (Siena, in questi giorni) e a Primavera dei Teatri (Castrovillari, da venerdì 25) i primi appuntamenti con gli spettacoli che gireranno l’Italia nella stagione prossima.

Non ditemi che basta qualche giorno di pioggia a rovesciare i calendari. A Castrovillari, provincia di Cosenza, puntuale arriva una Primavera, per segnalare l’avvio di quella che, nella lingua di chi fa teatro, è la stagione dei festival. Anche a Siena, che ha sempre scelto la strategia dell’anticipo, è pronto il festival dal vivo che si chiama In-Box 2019.

Se vi capita perciò di stare in Toscana questo weekend, o in Calabria anche in quello successivo, provate a mettere in agenda qualcuno dei loro spettacoli. Perlopiù novità, debutti, o spettacoli che finora non hanno avuto grande circuitazione e che invece la meritano. La curiosità (la mia, perlomeno) insomma paga. E l’esperienza dimostra che ne vale la pena.

In-Box, nella scatola delle sorprese

Di In-Box e della sua originale formula avevo scritto lo scorso anno. Ci sono tornato sopra quando, a maggio, la compagnia Bahamut con il suo It’s app to you si era distinta tra un centinaio di proposte in concorso (leggi qui).

In questo momento, esattamente un anno dopo, viaggio sul treno che mi porta di nuovo là, nei pressi quella incredibile Piazza, che a starci in mezzo – senza la confusione del Palio e con la gente che tranquilla invece si siede per terra, in attesa che il sole la baci in faccia – in questa piazza dicevo, senti comunque uno stordimento. E’ la radice profonda della città italiana, l’umanesimo ancora vivo che ti parla da quei palazzi, disposti a semicerchio e (ovviamente) color terra di Siena. Provate per credere.

Piazza del Campo - Siena

Ci sarebbe qualcosa da dire pure sul Teatro dei Rozzi, poco distante, che ospita i momenti più importanti della manifestazione. Vale la pena ricordare il motto della congrega di artigiani che decisero di costruirlo, a metà del 1500. “Chi qui soggiorna acquista quel che perde“. Un indovinello che potreste provare a risolvere (la soluzione nel prossimo post).

In-Box è naturalmente molto più contemporaneo e, venendo al programma, va detto che una prima selezione ha già individuato, tra 400 proposte, i 12 finalisti (di cui 6 per In-Box Verde, riservato a produzioni per infanzia e adolescenza). Il mio interesse è però rivolto agli altri 6, che vi elenco di seguito, assieme ai 5 hashtag esplicativi che per ciascuno sono stati individuati da Straligut Teatro, la compagnia di Siena che assieme a Fondazione Toscana Spettacoli organizza la Rete e la finale In-Box.

Il programma

Domani 23 si parte con Così Lontano, così Ticino – Cronaca da NN, una produzione di Teatro Città Murata e Mumble Teatro ( i tag sono: #svizzera #mina #memoriamigrante #tinder #rapirela gioconda, qui il link alla scheda sul portale Sonar). Subito dopo, Farsi fuori di Luisa Merloni per Psicopompoteatro (#annunciazione #femminismo #orologiobiologico #scelta, qui la scheda).

Così Lontano, così Ticino - Cronaca da NN - Teatro Città Murata - Mumble Teatro
Così Lontano, così Ticino – Cronaca da NN

Venerdì 24 è la volta di 46 tentativi di lettera a mio figlio di Claudio Morici (#mancanza #divertimento #paternità #giocattoli #separaziongenitori, qui la scheda). Segue Aplod, produzione di Fartagnan Teatro (#distopia #videosharing #nerdworld #gattini #like, qui la scheda). Si termina, in serata, con La Classe – un docupuppets per marionette e uomini nato da un’idea autobiografica di Fabiana Iacozzilli ( #laclasse #docupuppets #vocazione #zigomi #compagnidiclasse, qui la scheda).

Sabato 25, ultima giornata, si comincia con Maze, produzione 2018 di Unterwasser (#livecinematicperfomance #videopoems #epiphanies #percorsi #sguardi, qui la scheda) e si finisce con la proclamazione della compagnia che sarà riuscita ad ottenere il maggior numero di repliche nella sessantina di teatri-compratori aderenti a In-Box, per la stagione 2019/20.

La classe (ph. Cosimo Trimboli)

Con Jan Fabre a Sud, per cominciare

Anche Castrovillari è un avamposto di novità. Spesso è dalla sala maggiore (il teatro Sybaris) e dalle altre piccole sale del Protoconvento che fanno la loro prima tappa i titoli di compagnie che scelgono Primavera dei Teatri per conquistare una visibilità speciale. Per quanto stia arroccata sul monte Pollino, per quanto sia complicato raggiungerla, la città calabrese è ogni anno punto di riferimento per operatori, critici (e anche criticoni). Tutta gente la quale, oltre che in teatro, è specializzata in buon cibo. E in questo senso svolgono un compito eccellente la taverna situata sotto Castello Aragonese (l’indispensabile Osteria della Torre Infame) e Kamastra, il ristorante di Civita dove si ci ritrova in piatto la tradizione culinaria arbëreshë, quella della antica comunità degli albanesi d’Italia, stanziati nei territori del meridione fin dal XV secolo.

Ma qui non siamo in un blog di ristorazione, ed è preferibile passare al programma del festival. Che si avvia, clamorosamente, venerdì 25, con la prima italiana del più recente spettacolo di Jan Fabre, The Night Writer. Giornale notturno di cui è protagonista uno dei migliori attori italiani contemporanei, Lino Musella (qui la scheda).

Primavera dei teatri 2019

Ma c’è poi tanto da vedere a Primavera dei Teatri, e sfogliare il programma (che va avanti fino al 1 giugno) è davvero indispensabile. Lo potete scaricare da questa pagina.

Se volete un po’ di consigli – e so che sono faccende squisitamente personali – i miei andrebbero a… Ma no, meglio se vi studiate da soli il programma di tutto il festival. E poi scegliete voi.

Volare più in alto. I vincitori di In-Box 2018

Basterà una partita a basket per capire se a vincere, oggi, sono i valori o le convenienze? Per scoprire chi interpreta meglio l’Italia contemporanea: idealismo o utilitarismo? Dare una risposta non è poi difficile. Senza nemmeno stare a pensarci troppo.

Nessuna pietà per l’arbitro, Mamimò

Ma Nessuna pietà per l’arbitro, scritto da Emanuele Aldrovandi, è il lavoro che mi è sembrato migliore, il più pensato, il meglio realizzato, tra i sei titoli che la decima edizione di In-Box dal vivo ha messo in lizza, qualche giorno fa a Siena, grazie alla macchina organizzativa di Straligut Teatro (con Fabrizio Trisciani e Francesco Persone al timone) e al supporto di Fondazione Toscana Spettacolo.

A decidere il vincitore del festival-expo, c’era una giuria di circa sessanta compratori chiamati a scegliere – in quella rosa – gli spettacoli da programmare la prossima stagione nelle proprie sale teatrali: una Rete che copre gran parte delle regioni italiane.

Però non è stato Nessuna pietà per l’arbitro, produzione di Mamimò, il più acquistato. Hanno prevalso invece, vendendo il maggior numero di repliche, i ragazzi sornioni di Bahamut, che avevano facile gioco ironizzando in scena proprio sui videogiochi scaricati sul telefonino (It’s app to you. O del solipsismo). Secondo si è piazzato Lo soffia il vento (prodotto da TrentoSpettacoli), un lavoro dove si incrociano due monologhi di Massimo Sgorbani, che hanno al centro disturbi famigliari di cui spesso leggiamo in cronaca nera.

Aldrovandi, autore di Nessuna pietà per l’arbitro, è il trentenne che nel suo medagliere ha tutti i principali premi italiani alla drammaturgia, e che nei suoi testi sa dosare, come fa anche Stefano Massini, il rapporto tra astrazione e dettaglio quotidiano. Qui, la storia di un brutto incidente sportivo (un braccio rotto in una partita di basket) precipita a cascata verso il peggio (nessuna pietà, appunto, per l’arbitro) e diventa l’occasione per porre qualche domanda sullo spirito della nostra epoca, sul dissolversi delle ideologie (meglio, degli ideali), per mettere in gioco qualche briciola etica.

Per volare insomma un po’ più alti dell’orizzonte del quotidiano, che il teatro insegue oggi ancor più di ieri, il tempo del realismo. Senza riuscirci, però. Perché il cinema, la televisione, le serie netflix, sono molto più adatti a questa rappresentazione .

Quotidiane, anzi quasi istantanee, col fiato corto, e destinate a tramontare velocissime, non solo a teatro, sono le parodie sul consumismo tecnologico e sui videogame. Anche se un eroina come Lara Croft, le sue pose ondeggianti, in attesa che il giocatore decida la prossima mossa, sono la cosa più divertente e piacevole di It’s app to you e della sua interprete femminile, Paola Giannini, anche autrice del testo assieme agli altri due attori, Andrea Delfino e Leonardo Manzan.

It’s app to you, Bahamut

E quotidiani, chiusi in un esasperato edipo famigliare, sono i due testi di Sgorbani, che un’incomprensibile scelta infila in un solo titolo (Lo soffia il cielo, lieve, forse fuorviante, evocazione pasoliniana). Che però toglie al torbido Sgorbani la capacità di raccontare le sue storie e lo annega nel quadretto. La regia dell’altrove bravo Stefano Cordella la tira per le lunghe, però i due interpreti, costretti al divano tivù, Cinzia Spanò e Francesco Errico, lasciano il segno come madre disturbata e disturbato figlio.

Lo soffia il cielo, TrentoSpettacoli

Dunque: se sono questi due titoli ad imporsi nelle scelte dei giurati di In-Box (che supponiamo conoscano bene il proprio pubblico) pare necessario il supplemento di una riflessione che provi a capire come si vanno via via modificando i lati di quel triangolo che vede la drammaturgia, l’allestimento scenico e il pubblico, ridefinire i rapporti reciproci. Problema su cui si discute parecchio. Ma sui cui raramente si è d’accordo.

Ne avevo scritto qualcosa già lo scorso anno, parlando degli spettacoli vincitori di In-Box 2017 (vedi qui).

È una riflessione che proverò di nuovo a fare tra qualche giorno, quando verranno resi pubblici anche gli esiti del Premio Hystrio – Scritture di Scena, contest di drammaturgia pura, cioè ancora senza allestimento.

Per il momento ricordo che gli altri spettacoli candidati a In-Box 2018 erano Phoebuskartell (Il ServoMuto Teatro), Neve di Giovanni Betto e Desidera del Teatro nel Baule, che si sono spartiti le restanti repliche in palio.

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Nessuna pietà per l’arbitro, di Emanuele Aldrovandi, con Filippo Bedeschi, Luca Mammoli, Federica Ombrato, Alessandro Vezzani, regia Marco Maccieri e Angela Ruozzi. Produzione Centro Teatrale Mamimò (vedi la scheda su Sonar).

It’s app to you. O del solipsismo, di e con Andrea Delfino, Paola Giannini, Leonardo Manzan, regia di Leonardo Manzan. Produzione Bahamut (vedi la scheda su Sonar).

Lo soffia il cielo, uno spettacolo tratto da Angelo della gravità e Le cose sottili nell’aria di Massimo Sgorbani, con Cinzia Spanò e Francesco Errico, drammaturgia e regia Stefano Cordella. Produzione TrentoSpettacoli (vedi la scheda su Sonar).

In-Box dal vivo. Bacia la rana e scopri il giovane principe del teatro italiano

Baciami, dice la rana che quest’anno occhieggia dal sito di In-Box dal vivo. Festival e contest di teatro contemporaneo, In-Box 2018 giunge domani  e dopodomani, 18 e 19 maggio, a Siena, alle fasi conclusive. Dalle quali – come vuole la fiaba – emergerà un giovane principe. Quello baciato dal maggior numero di repliche.

Perché il meccanismo di In-Box è ingegnoso e al tempo stesso virtuoso. Fatto apposta per sostenere e dare visibilità ad artisti emergenti, assicurando loro il lavoro (le repliche) e riconoscendo dignità economica alle loro creazioni (i cachet).

Come funziona

Selezionati tra oltre 500 candidature, i sei spettacoli finalisti di In-Box dal vivo saranno presentati in concorso venerdì e sabato a Siena (altri sei sono già andati a formare nei giorni scorsi la rosa finale di In-Box verde, riservata al teatro per l’infanzia e l’adolescenza).

In palio ci sono le 86 repliche (52 e 34, rispettivamente) che porteranno queste produzioni, la stagione prossima, negli oltre 60 teatri della Rete che sostiene In-Box: sale che operano in quasi tutte le regioni italiane, dal Trentino alla Puglia, passando per la Toscana, dove il progetto è nato, nel 2009, grazie all’intraprendenza di Straligut Teatro, compagnia che ancora oggi tiene il timone dell’iniziativa sostenuta da Regione Toscana, Mibact e Fondazione Toscana Spettacolo Onlus, assieme anche al Comune e all’Università di Siena.

I titoli e gli artisti che avranno convinto all’acquisto di una replica il maggior numero di teatri risulteranno vincitori di In-Box 2018. E si andranno aggiungere a quelli delle scorse edizioni del  virtuoso contest, che ha già visto premiate formazioni come Punta Corsara, Caroline Baglioni, Carullo-Minasi, Musella-Mazzarella.

 

Il programma delle due giornate

Ecco di seguito, anticipati dai materiali di presentazione di In-Box dal vivo  2018, i sei titoli finalisti, in attesa tutti quanti – come la sospirosa rana dell’immagine precedente – di quel bacio che li potrebbe trasformare. In giovani principi del palcoscenico italiano.

Nessuna pietà per l’arbitro del Centro Teatrale Mamimò (venerdì 18, Teatro dei Rozzi, ore 16) si insinua in un intreccio familiare e usa la passione per il basket per raccontare una perdita di valori condivisi.

nessuna pietà per l'arbitro

 

Neve di Giovanni Betto (venerdì 18, Teatro del Costone, ore 18) ripercorre la storia di un soldato italiano disperso nella ritirata di Russia del ’43.

neve

 

Phoebuskartell di Il ServoMuto Teatro (venerdì 18, Teatro dei Rozzi, ore 21.30) sceglie i modi del racconto brechtiano per indagare le vicende del Cartello Phoebus, tra capitani d’industria, operai, lampadine e obsolescenza programmata.

phoebuskartell

 

Desidera di Il Teatro nel Baule (sabato 19, Teatro dei Rozzi, ore 16) insegue la storia di un uomo, dei suoi ricordi e dei suoi amori vissuti, perduti e ritrovati.

desidera

 

It’s app to you, o del solipsismo di Bahamut (sabato 19, Teatro del Costone, ore 18) è un videogame teatrale che si interroga sui limiti della libertà degli individui nell’epoca degli algortirmi e della realtà virtuale.

It's App to You

 

Lo soffia il cielo. Un atto d’amore di TrentoSpettacoli (sabato 19, Teatro dei Rozzi, ore 21.30) è infine un dramma familiare che porta in scena il rapporto tra una madre e un figlio ai tempi della società dei consumi e delle immagini.

lo soffia il cielo

 

La proclamazione finale

Sabato, alle 23.30, dopo la riunione sempre animatissima durante la quale ciascun teatro in Rete acquisterà le repliche, decretando così il vincitore, è in programma alla Birreria La Diana la proclamazione finale. Con l’ancor più animata festa conclusiva.

Scopri altre informazioni sul sito ufficiale di In-Box Dal Vivo 2018.

Nella bolla della rassegnazione. I trentenni che vincono a In-Box

Un aggiornamento sull’esito di In-Box 2017 Dal Vivo, ve lo devo dare. Dell’iniziativa, che si è svolta a Siena tra mercoledì 17 e sabato 20 giugno, avevo cominciato a parlare in un precedente post. Ed è normale che vi racconti com’è andata a finire.

In-Box è una maniera per dare risposta, una risposta possibile, alla difficoltà che incontrano giovani artisti e compagnie teatrali nel far girare i loro spettacoli. Vuoi per l’affollamento che contraddistingue il mercato italiano, dove l’offerta è decisamente superiore alla domanda. Vuoi per la loro naturale inesperienza in quel settore dell’organizzazione teatrale che va sotto il nome di distribuzione.

Ma per dirla in maniera ancora più semplice: i sei giovani spettacoli finalisti di In-Box 2017 si contendevano la conquista delle 46 repliche messe in palio dai partner della manifestazione, che sono coloro che selezionano e programmano le stagioni di teatri sparsi per buona parte della penisola. Non una soluzione al problema, ma almeno un incentivo al rinnovamento dei cartelloni, tante volte appiattiti su un gusto medio e nomi che ritornano uguali. Un po’ di aria fresca, insomma. Vincitore dell’edizione risulta ogni anno lo spettacolo che, dopo essere stato visto nei due giorni della finale, strappa ai selezionatori il numero più alto di repliche. E così è successo.

Io non sono il mio lavoro

A garantirsi 26 repliche per la prossima stagione, e dunque a vincere, è stato il Collettivo Controcanto. Dinamico e vivace gruppo di attori provenienti dalla provincia laziale, dove hanno maturato quell’ascolto della realtà che è la forza dello spettacolo che hanno presentato. Sempre domenica, comincia con loro sei, seduti a schiera, e brevi dialoghi a due che piano piano svelano i personaggi. Tutti animati da una parlata romanesca forte, che evoca la grande stagione della commedia all’italiana al cinema. E tutti coinvolti in piccole storie metropolitane, dentro alle quali si scorge il labirinto di un lavoro subordinato dove si perdono fattorini, portieri d’albergo, segretarie di studi d’avvocato, meccanici, insegnanti precari… Personaggi che hanno la stessa età dei loro attori. Ma la vivacità pop di quelle battute, così naturale nel suo riferimento cinematografico, ben presto lascia il posto a un disagio e un tormento che piega i dialoghi a una richiesta dolorosa. Sfuggire al loro lavoro, anzi a un Lavoro che mangia l’anima e l’io. Un lavoro non scelto ma rimediato, che è asfissia, e come gridava la critica anticapitalistica del dopoguerra, aliena da se stessi. Trentenni e studiati (sono compagni di scuola e di università, i sei di Controcanto e la loro regista Clara Sancricca) più che averla imparata dai libri, questa alienazione se la sentono addosso, la vivono come generazione millennials, la soffrono personalmente. Ma sanno anche restituirla con quella grazia realistica che ha reso indimenticabile la rappresentazione di se stessi che gli italiani hanno fatto, grazie al cinema, durante gli anni del Boom, cinquant’anni fa. E tornano oggi a fare, nell’epoca della Crisi Strutturale, dentro il ripiego della rassegnazione.

Nella bolla delle attrazioni mancate

Ha radici lontane e un’ispirazione importante invece, lo spettacolo secondo classificato. Vania, della compagnia lombarda Oyes, ridà vita in un’atmosfera d’oggi alla storia che Anton Cechov ha raccontato centoventi anni fa in Zio Vanja. Come se quella struttura di rapporti, di attrazioni mancate, amori delusi, individui che non sanno far presa sulla realtà, avesse dato al regista Stefano Cordella e al suo gruppo di attori (anche qui, coetanei, che hanno in comune l’esperienza scolastica nella milanese Accademia dei Filodrammatici) il filo sul quale costruire una storia odierna. Senza troppe dimostrazioni o metafore, ma nella limpida osservazione, che ancora una volta punta la lente sulla bolla di un tempo fermo a cui è costretta questa generazione. Ed è bello che si asciughi in soli quattro personaggi il gioco della pigrizia sentimentale tanto caro alle brigate provinciali di Cechov. E che si sognino oggi i viaggi a Londra, come le tre sorelle anelavano di tornare a Mosca. Com’è pure bello l’accurato lavoro di interpretazione, appena appena giocato sui tipi, che sono quelli che incontriamo oggi sul pianerottolo e per strada, o mentre facciamo la spesa all’ipermercato. A muovere quella storia, da dietro, c’è il cantico dell’indolenza preparato da Cechov, ma a darle cuore ecco ancora una volta il senso vivo di rassegnazione che imbeve la generazione oggi trentenne.

E che sembra accomunare i due migliori spettacoli di In-Box 2017. In quella frase scritta 120 anni fa, ma che sembra fatta per loro. “Ho 35 anni, metti che arrivo fino a 70, me ne restano ancora il doppio. Troppi. Cosa faccio tutto questo tempo? ”.

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Vania. Ideazione e regia Stefano Cordella. Drammaturgia collettiva. Con Francesca Gemma, Vanessa Korn, Umberto Terruso, Fabio Zulli. Costumi e realizzazione scene Stefania Coretti, Maria Barbara De Marco. Disegno luci Marcello Falco. Produzione Oyes.
Vedi qui la loro homepage.

Sempre Domenica. Regia Clara Sancricca. Con Federico Cianciaruso, Fabio De Stefano, Riccardo Finocchio, Martina Giovanetti, Andrea Mammarella, Emanuele Pilonero. Produzione Controcanto Collettivo.
Vedi qui la loro homepage.

In-Box si è svolto tra il 17 e il 20 maggio a Siena, ideato da Stratligut Teatro e sostenuto da Fondazione Toscana Spettacolo, Regione Toscana, Comune di Siena.
Vai al loro sito.

In-Box. Quella vetrina di animali da compagnia (teatrale)

Chi si trova a passare in Toscana questo fine settimana, una sosta a Siena deve farla. E non solo per i pici, che qui sono un piatto inarrivabile, se conditi con briciole, o cacio e pepe. Ma per quella bella occasione di teatro che è In-Box 2017 dal vivo , festival e vetrina di compagnie emergenti, intitolata quest’anno Animali da compagnia. Capito il gioco di parole?

My Place – il corpo e la casa, finalista In-Box 2017

Sono tante le soluzioni che il nostro sistema teatrale si è dato per rendere visibile il lavoro dei gruppi più giovani. Bandi, call, contest, rassegne, festival e festivalini. Per lo più a costo zero. Che in realtà, per chi fa teatro, significa a guadagno zero. Le soluzioni young oriented sono poi le più disparate. Talvolta le più disperate. Se la generazione dei quarantenni – che in Italia sono ancora giovani, ovviamente – fa fatica a mettere assieme tre o quattro date in un mese, figuratevi che cosa possono fare gli under 35. Ai quali manca la disinvoltura organizzativa che i fratelli maggiori hanno dovuto conquistarsi. E manca pure la base economica per dare gambe alle proprie idee. Spesso molto belle, queste idee. E spesso annegate nel doversi arrangiare.

Un’amica, che il teatro lo conosce bene, dice che il FUS (il capitolo finanziario che lo Stato riserva allo spettacolo dal vivo) dovrebbe essere diversamente decifrato nel loro caso: Famiglie Unite per lo Spettacolo. Perché i loro produttori sono genitori, zii, nonni, disposti a investire i risparmi nella carriera artistica di figli e nipoti. Sempre che i risparmi ci siano.

In-Box è un progetto di visibilità per giovani compagnie teatrali, nato da un’idea di Straligut Teatro e fondato su una rete che conta finora una quarantina di partner e sale teatrali che coprono buona parte della penisola. In-Box si è dato da fare a trovare qualche soluzione (artistica ed economica) alla situazione di cui stiamo parlando. “Sosteniamo gli artisti emergenti dando loro lavoro (repliche) e riconoscendone la dignità economica (cachet)” hanno spiegato Fabrizio Trisciani e Francesco Perrone nel loro bando-manifesto (che si può sfogliare qui ).

My Place – il corpo e la casa

Oggi alla 9a edizione, tra miglioramenti e aggiustamenti, In-Box ha raggiunto una solidità che lo pone in evidenza nell’agenda teatrale italiana. Tanto che a sostenerlo e a dagli una mano ci sono il circuito teatrale regionale (e cioè la Fondazione Toscana Spettacolo), assieme a Comune di Siena e Regione Toscana.

La formula è un po’ complessa, ma si può spiegare così: per i 10 spettacoli selezionati nei due filoni (In-Box Blu e In-Box Verde, che fa riferimento al circuito del teatro ragazzi) quest’anno vengono messe a disposizione 76 repliche nei teatri della rete, a cachet prefissato.

Tra mercoledì 17 e sabato 20 maggio, a Siena, al Teatro dei Rozzi e al Teatro del Costone, per In-Box 2017 Dal Vivo, quei dieci spettacoli finalisti vanno in scena. E alle 22.30 di sabato, il conclave dei quaranta partner di rete proclamerà i due vincitori, nel corso di un Savana Party ospitato da una birreria. Insomma, non quelle paludate cerimonie che di solito concludono i Premi. Ma un evento più divertente e spumoso. Da associare magari a quel buon piatto di pici.

Homologia, finalista In-Box 2017

Tra i 10 finalisti ci sono nomi e titoli che si sono già conquistati un certo numero di estimatori, con le proprie forze e grazie ad altre occasioni (come il Premio Scenario o il Premio Giovani Realtà del Teatro). A me per esempio è capitato di vedere Homologia (di Dispensa Barzotti), quarantacinque minuti filati e silenziosi che richiamano immagini estratte certo dall’album iconico di Samuel Beckett. Ma trovano pure la via di spettacolari sorprese che strappano al pubblico degli oooohhhh di ammirazione.

Oppure Vania (della compagnia Oyes, cresciuta nella factory del milanese Teatro dei Filodrammatici) che va ben oltre l’ispirazione a Cechov, e ricava un tessuto di emozioni dal lavoro pulito e vivificante di attori molto determinati.

Vania, finalista In-Box 2017

Ma provo curiosità soprattutto per ciò che non ho ancora visto e che, spesso capita, mi cattura con quanto di inaspettato va contro le mie attese. Siccome c’ho una certa età, non mi ritrovo spesso ad assistere a spettacoli per giovanissimi. Perciò dalla sezione maggiorenne mi aspetto tanto: da My Place – il corpo e la casa (di Qui e Ora, residenza teatrale) per esempio, o da Scarabocchi (Teatro Rebis e maicol&mirco), Sempre domenica (del Collettivo Controcanto) e Hallo, I’m Jacket! (di Dimitri/Canessa). Insomma da tutti gli altri sfidanti, a cui faccio l’augurio di strappare il maggior numero di repliche ai tanti programmatori teatrali che saranno presenti a Siena. Dove, tra artisti, spettacoli, giurie popolari (quella dei Millennials individuerà lo spettacolo da far rivedere qui nella prossima edizione), un aperitivo, in piazza del Campo, la sera, ci sta. In compagnia di animali da compagnia.

Hallo, I'm Jacket, finalista In-Box 2017

Trovi qui tutte le informazioni su In-Box 2017 dal Vivo (17-20 maggio, Siena)