Del grande mappamondo dello spettacolo dal vivo, il teatro di cui parlo in questo post è solo un piccolo spicchio. Conta poco, si muove di lato, genera scarsa ricaduta economica. Ignorato dai festival internazionali, non si affaccia quasi mai nelle sale importanti delle capitali. È lavoro di margine.

Ma è sui margini che si manifestano i movimenti. Il margine mostra la crescita, la direzione del flusso, la spinta innovativa. Succede in natura. Succede anche nelle arti.
È difficile mettere a fuoco ciò che succede a margine: un movimento continuo, un equilibrio sempre compromesso. Piuttosto: osservando i margini, si intuisce, si avverte, si fiutano le cose.
Cividale del Friuli e Siena
In questo spicchio del teatro, Mittelyoung (a Cividale del Friuli) e In-Box dal vivo (a Siena) vanno ogni anno a cercare il futuro prossimo, quello non maggioritario, non istituzionale. Quello indipendente.
Ne ho parlato su QuanteScene! in un post dello scorso anno. Riprendo il filo ora, con un reportage dalle edizioni 2023, appena concluse.
Mittelyoung è nato tre anni fa, come spin-off della nuova architettura di programma data a Mittelfest da Giacomo Pedini. I suoi tre giorni anticipano il festival principale, che si svolgerà nella seconda metà luglio e che conta finora 32 edizioni.
In-Box, coordinato dai toscani Straligut Teatro, in partnership con il circuito teatrale Fondazione Toscana Spettacolo e Comune di Siena, e altre realtà locali, è giunto quest’anno all’ottava edizione.

Gli under 30 europei. Il mercato italiano
Nel caso di Mittelyoung, un osservatorio internazionale di coetanei under 30 ha scelto 3 best experience, tra quelle pervenute attraverso la call lanciata in tutta Europa (169 quest’anno le candidature da 22 Paesi). In pratica, si tratta di fiutare ciò che fanno alcuni tra i più talentuosi ventenni del continente.
Nel caso di In-Box una rete di programmatori, in rappresentanza di 90 sale, festival, circuiti della penisola, ha acquistato, al costo del cachet fissato in precedenza, una replica dello spettacolo (tra i quasi 500 in lizza quest’anno, sia nel settore adulto sia in quello per l’infanzia e le famiglie). Hanno scelto i prodotti più affini al proprio pubblico, alla natura della propria sala. Più che esplorare, In-Box punta dunque a sostenere la distribuzione di opere, gli artisti e le compagnie italiani che non hanno ancora una soddisfacente circuitazione.
Per entrambi, la formula resta quella del festival-concorso: la sfida a salire sul podio del più votato, del più apprezzato, quello con più like: mi piace leggere innovazione e mercato come esempi di gamification della creazione teatrale.

Segnali da Mittelyoung
Mittelyoung raccoglie nuovi allestimenti di musica, danza, teatro, circo, e tra le 9 proposte arrivate in finale a maggio 2023 a prevalere sono state tre compagnie caratterizzate da pluralità delle provenienze e da un disinibito rapporto con le tecnologie di condivisione.
Lavish Trio vanta una stratosferica pianista coreana, che improvvisa affiancata dal violino di un’italiana e dal violoncello di una tedesca. Il bello della proposta, intitolata What if… è anche nell’interazione ludica con il pubblico. Attraverso i propri smartphone gli spettatori fanno apparire sullo schermo alle spalle delle musiciste le parole e temi sui quali improvvisare. Ne scaturisce un tag cloud, che a Cividale ha messo in evidenza, inevitabilmente, death e love. È contemporanea musica da camera, però si espande ai confini del mondo.
Ciò che succede anche alla danza del Collectief MAMM, olandesi per formazione e molto intrigati dal rapporto tra individuo e gruppo, fiducia e diffidenza, attrazioni e respingimenti. Gli estremi, anche politici, che formano il tessuto del loro Something Else.
A un apparato luministico d’effetto si affida Kolja Huneck, pendolare tra Rotterdam e Monaco di Baviera, un performer che ha affinato i propri talenti nel reparto circense della giocoleria. In CM_30 (suppongo si riferisca al diametro dei dischi riflettenti con cui si cimenta) crea un ambiente immersivo. Dentro questa sua tenda o capanna, lancia, riprende e rilancia questi dischi cangianti, dai quali scaturisce tutto intorno un paesaggio di luci e ombre. Ai cui il pubblico collabora muovendo a piacimento le fonti luminose: proiettori portatili capaci di milioni di colori.
È un esempio di quanto il gioco resti prioritario, anche per chi si è oramai avventurato nel terzo decennio della propria vita: una generazione di artisti ludens.
In-Box dal vivo. A contare è il fiuto
Molto teatro, all’opposto, nell’aria che soffiava a In-Box. Usine Baug è la compagnia milanese che ha “vinto” 10 delle 117 repliche in palio con Topi. Rievocazione del G8 che nel luglio 2001 fece di Genova la capitale della repressione. Eventi però raccontati nei modi di un emotivo teatro di narrazione, un po’ attardato, dopo che i fatti di Genova hanno già prodotto parecchio teatro.
Meglio, con 17 repliche, si è collocato Quasi una serata (allestito da Il Giardino delle ore e Mumble Teatro), esempio di un teatro a episodi, oramai poco frequentato, almeno da noi. Tra i brevi atti unici della serata (scritti da Ethan, uno dei fratelli Coen, i due di Fargo, del Grande Lebowski), spicca forse il primo (Aspettando), con la sua vaga atmosfera buzzatiana, di un aldilà che moltiplica e amplifica la burocrazia dell’aldiqua. Potremmo dire che il meglio, i fratelli Coen lo hanno già dato al cinema. Ma il loro è un nome che sta simpatico al mercato.

A conquistare però l’attenzione di tutti, a guadagnarsi 19 repliche, vincitore quindi di In-Box 2023, è stato infine Sid – Fin qui tutto bene, produzione di Cubo Teatro.
È in casi come questo che il fiuto di cui si diceva torna a far valere la sua importanza. Una storia come tante, di individuale ribellione, bullismo, consumismo, processi di inclusione inter-etnica, ha trovato nella pelle scura e nella tuta griffata bianca di Alberto Boubakar Malanchino (lui, che è un po’ Cernusco sul Naviglio, un po’ Burkina Faso) il personaggio e l’interprete non solo giusto: perfetto.

Cinema e serie tv lo hanno già fiutato, da Easy Living (2019) a Doc-Nelle tue mani. Non si capisce che cosa aspetti la scena dal vivo a accoglierlo (lui, che si è diplomato alla Paolo Grassi) tra i suoi nuovi campioni.
Allora: ci risentiamo tra un anno per capire quanto gli sono valsi il sostegno, le repliche, la visibilità che In-Box ha dato al suo monologo, scritto e diretto da Girolamo Lucania, suonato dal vivo da Ivan Bert e Max Magaldi. E intanto gli diciamo: grande tenuta di scena, complimenti.
[una nuova versione di questo articolo apparirà sul numero 3/2023 del trimestrale Hystrio]